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Fu allevato in Francia, dal 1461, da Jean de Montauban, suo antenato materno, ammiraglio di Francia[1] che lo introdusse alla corte di Luigi XI. Dopo la morte del suo tutore nel maggio o giugno 1466, il re Luigi, del quale si dimostrerà incrollabile fedele, gli restituisce la signoria familiare di Gié in Champagne, saccheggiata dal cancelliere Rolin, e aggiunge questo nome a quello di Rohan. Partecipò agli assedi di Lectoure e Perpignan nel 1473 a capo di una compagnia di 40 lance.[2] Nel 1474 fu ambasciatore incaricato di far ratificare la pace dal duca di Bretagna Francesco II. Gli fu affidata la guida di una campagna militare nelle Fiandre nel 1479, e con 800 uomini riprese tutti i luoghi che Massimiliano d'Austria aveva precedentemente conquistato.[3]
Partecipò all'incoronazione di Carlo VIII il 30 maggio 1484 mentre portava la spada reale. Membro del consiglio di reggenza, ricoprì un ruolo importante e combatté con successo nel 1487 il duca Carlo di Gheldria e il conte di Nassau; il re gli affidò allora il compito di sorvegliare i confini della Piccardia. Accompagnò il re alla conquista del Regno di Napoli. Nel 1491 ricostruì il castello di la Motte-Glain, nelle Marche di Bretagna. Accompagnò Carlo VIII a Napoli nel 1494. Comandante dell'avanguardia nella battaglia di Fornovo, che l'8 luglio 1495 si concluse una tregua con i Veneziani.
Con l'ascesa di Luigi XII, nel 1498, il suo credito aumentò. Lo accompagnò in Italia nel 1499, e fu al suo fianco durante l'ingresso solenne che questo principe fece a Genova il 26 aprile 1502. Condivide il potere con il cardinale d'Amboise.
Il 20 gennaio 1476[4] aveva sposato in prime nozze Françoise de Penhoët, viscontessa di Fronsac, signora di La Boëssière, La Marche en Bédée (La Marché), La Motte-Glain, ed ebbe:
Carlo (1478-1528), signore di Gié e La Marché, conte di Guisa
Francesco (1479- 1536), arcivescovo di Lione.
Rimasto vedovo, si risposò nel 1503 con Marguerite d'Armagnac ?-1503), contessa di Guisa, figlia di Jacques d'Armagnac, duca di Nemours e conte delle Marche, e di Luisa d'Angiò. Non ebbero figli.
Note
^(FR) Bernard Chevalier et Philippe Contamine, La France de la fin du xve siècle, renouveau et apogée: économie, pouvoirs, arts, culture et conscience nationales, CNRS, coll. « Centre d'études supérieures de la Renaissance », 1985 (ISBN 978-2-222-03612-8), p. 115.
^(FR) Pierre Roger Gaussin, Louis XI: un roi entre deux mondes, A.-G. Nizet, 1976, p. 145.
^Louis Gabriel Michaud, Biographie universelle, ancienne et moderne, t. XVII: Ge-Go, Michaud, 1816, p. 332-333.
^(FR) Joseph Vaesen et d'Étienne Charavay, dans les Lettres de Louis XI, tome p. 22-23, Librairie Renouard, Paris, notamment d'après De Maulde, Procédures politiques du règne de Louis XII, dans la Collection des documents inédits, Paris 1885.
Bibliografia
(FR) Pierre de Rohan-Gié, dans Louis-Gabriel Michaud, Biographie universelle ancienne et moderne: histoire par ordre alphabétique de la vie publique et privée de tous les hommes avec la collaboration de plus de 300 savants et littérateurs français ou étrangers, 2e édition, 1843-1865 [détail de l’édition]
(FR) Georges Martin, Histoire Généalogique de la Maison de Rohan, 1998.