Nato a Sutton Coldfield, ma cresciuto a Lichfield,[1] nel 1996 si laureò in Scienze della Terra presso l'Università di Birmingham[2]. Dopo aver conseguito il diploma cominciò a dedicarsi al ciclismo a tempo pieno[3], ottenendo su pista, soprattutto nella specialità dell'inseguimento, i principali risultati della carriera agonistica. Conquistò infatti tre titoli mondiali nell'inseguimento a squadre (nelle edizioni 2005, 2007 e 2008), oltre ad ulteriori otto medaglie iridate, cinque argenti e due bronzi, e sette vittorie in prove di Coppa del mondo; nel suo palmarès rientrano anche un totale di nove allori nazionali élite, cinque dei quali nell'inseguimento individuale, e quattro medaglie, due delle quali d'oro, ai Giochi del Commonwealth.
Soprattutto, tra il 2000 e il 2008 arrivarono per Manning tre medaglie olimpiche nell'inseguimento a squadre: il bronzo ai Giochi di Sydney 2000, l'argento quattro anni dopo ad Atene e l'oro nel 2008 a Pechino[3]. Proprio ai Giochi di Pechino il quartetto britannico (completato da Ed Clancy, Geraint Thomas e Bradley Wiggins) stabilì per due volte il record del mondo dell'inseguimento a squadre sul percorso di 4 chilometri, prima in semifinale con il tempo di 3'55"202, poi in finale con il primato di 3'53"314[4][5].
Attivo anche su strada, già tra i dilettanti Manning vinse alcune corse riservate alla categoria, come una tappa al Postgirot Open in Svezia; fece sua anche la Duo Normand 1996 in coppia con il campione olimpico e mondiale su pista Chris Boardman. Passò professionista solo nel 2005, all'età di trent'anni, e nel 2007, vestendo la divisa del team belga Landbouwkrediet, riuscì ad aggiudicarsi una tappa al Tour of Britain. Si ritirò dalle competizioni subito dopo l'oro olimpico di Pechino; l'anno dopo venne introdotto nella British Cycling Hall of Fame e, per i meriti sportivi, nominato Membro dell'Ordine dell'Impero Britannico[2].