Il paternalismo in senso generale indica l'atteggiamento bonario e benefico di una persona d'autorità che però chiede in cambio, spesso implicitamente, il consenso intorno alla sua persona.
Inteso nel suo significato storico, è una forma di governo in cui tutti i provvedimenti in favore della popolazione vengono affidati alla comprensione e alla buona volontà del sovrano nei confronti dello stesso popolo. Parte quindi dal presupposto che il sovrano sia in buona fede ed interessato al bene pubblico.[1]
Nella storia politica
È un termine frequente nel linguaggio storiografico e politico del Settecento e dell'Ottocento. Paternalistiche vennero chiamate infatti le direttive dei sovrani illuminati di questi due secoli miranti a promuovere l'elevazione dello status sociale del popolo; anche la legislazione assistenziale instaurata nel 1860 da Napoleone III rientra in questo ambito.
Il paternalismo è tuttavia in evidente contrasto con i principi della democrazia e del socialismo, che implicano la partecipazione diretta dei cittadini alla politica e dei lavoratori all'economia; per una sua declinazione in senso democratico, Doug Weid ha parlato di compassionate conservatism.