Misura fino a 130 cm di lunghezza, sebbene la lunghezza media si mantenga attorno ai 40 cm: il peso massimo registrato era di 20 kg.
Aspetto
Si tratta di pesci dall'aspetto massiccio, con grossa testa e corpo tozzo.
L'aspetto ricorda quello dell'orata nei giovani e quello del dentice negli adulti.
Gli esemplari adulti di ambedue i sessi cominciano a sviluppare una gibbosità nell'area frontale[2].
Le scaglie presentano riflessi dorati e sono di colore argentato su fianchi e ventre, mentre l'area dorsale e la testa sono di colore rosato: dello stesso colore sono le pinne pettorali e la coda. Gli esemplari in riproduzione presentano inoltre forti sfumature di colore verde metallico[3]: questo dato viene utilizzato in alcune aree (come ad esempio in buona parte dell'Australia) per rilasciare l'animale, in modo da non intaccare gli stock selvatici.
Biologia
Si tratta di pesci dalle abitudini di vita principalmente diurne, che da giovani tendono a vivere in piccoli banchi di una trentina di individui che si muovono lungo le aree rocciose costiere, mentre gli esemplari adulti sono più schivi e solitari e tendono a vivere più in profondità.
La maturità sessuale viene raggiunta attorno ai 20-28 cm di lunghezza[3].
Quando la temperatura dell'acqua raggiunge i 18 °C (tarda estate australe) gli esemplari maturi sessualmente si radunano in aree aperte a meno di 50 m di profondità, dove avviene l'evento riproduttivo.
La speranza di vita si aggira attorno ai 40 anni, raggiungendo in casi eccezionali i 54 anni[4]. I tassi di crescita variano a seconda dell'areale, con ad esempio le popolazioni neozelandesi che crescono velocemente per poi assestarsi e quelle australiane che presentano invece crescita lenta ma costante (che le rende più vulnerabili al fenomeno dell'overfishing)[3].
L'habitat di questi pesci è rappresentato dalle aree rocciose costiere fino a 200 m di profondità, con abbondanza di scogli e reef fra i quali muoversi: con l'età, aumenta la preferenza per grossi scogli isolati con presenza di fondali fangosi o sabbiosi. Gli esemplari adulti tendono inoltre a frequentare gli estuari.
Il pagro australiano è un pesce tendenzialmente stanziale: sono tuttavia noti (anche se ancora poco documentati) fenomeni di migrazione stagionale, come ad esempio nella baia di Port Phillip[3].
Rapporti con l'uomo
Fin dall'antichità il pagro australiano è una specie di importante valore alimentare nel suo areale di distribuzione: ad esempio i Maori (in particolare i clan dell'Isola del Nord), presso i quali questo animale è noto come tāmure (quando adulto) o karatī (giovanile), erano e sono grandi consumatori di questi pesci, le cui ossa sono sempre una componente cospicua e talvolta maggioritaria dei depositi subfossili nelle aree archeologiche[5]. Fra i Maori esiste un metodo particolare di preparazione tradizionale per questo pesce (chiamato kaniwha) in cui l'animale pescato viene immerso in acqua dolce e strizzato numerose volte prima di essere consumato crudo: la base della lingua, detta nene in lingua Maori, rappresenta il boccone più prestigioso dell'animale.
Questi pesci sono inoltre molto rinomati come target della pesca sportiva e commerciale: negli anni '10 del XXI secolo, ad esempio, si stima ne siano state pescate fra le 25.600 e le 34.400 tonnellate[6].
^(EN) Norriss, J. V. & Crisafulli, B., Longevity in Australian Snapper, in Journal of the Royal Society of Western Australia, vol. 93, 2010, p. 129–132.
^(EN) Sam Mossman, Snapper, New Zealand's Greatest Fish, Te Ika Rangatira o Aotearoa, AUT Media, 2008, ISBN978-0-9582829-6-3.