Le Officine Bagnara, dal nome del fondatore e proprietario, altresì note come Officine Ferroviarie Liguri, furono un'impresa di costruzione di veicoli ferroviari con sede a Genova, attiva fra i primi del Novecento e gli anni sessanta.
Fra i protagonisti della nascente industria meccanica italiana, le officine Bagnara curarono la fornitura di diversi veicoli per le ferrovie e le reti tranviarie dell'epoca. La crisi del secondo dopoguerra e la concorrenza delle più grandi aziende del settore condussero al fallimento di tale azienda.
L'attività di "costruzione di carrozze e carri per ferrovie e tramvie", che nel 1906 valse allo stabilimento il diploma d'onore all'Esposizione di Milano[1] comprendeva la costruzione di veicoli rimorchiati così come l'allestimento di elettromotrici tranviarie in collaborazione con le aziende di trasporto committenti e i fornitori di equipaggiamenti elettrici.
Nel 1914, un anno dopo la fondazione dello stabilimento di Sestri Ponente, le officine Bagnara ottennero dalle Ferrovie dello Stato un'ordinazione di dieci carrozze miste di I e II classe, ventidue carrozze di III classe e sessanta carri[2].
Fra le altre realizzazioni si ricordano il parco di carri e carrozze acquistate dalle Ferrovie Padane per il rinnovo del parco rotabile da impiegarsi sulla ferrovia Ferrara-Codigoro che a metà degli anni venti sostituì la precedente tranvia[3], le quattordici carrozze a due assi (dieci a terrazzini di seconda classe e quattro miste a vestiboli chiusi) per la tranvia Milano-Magenta/Castano Primo[4] e le carrozze a tre assi di terza classe con bagagliaio costruite nel 1930 per le FS e da queste immatricolate nel gruppo CDiy 67.000[5].
Per la rete tranviaria di Trieste vennero costruite nel 1925 le sei elettromotrici 161÷166 con equipaggiamenti elettrici CGE; per l'analoga rete di Genova furono curate nello stesso anno le forniture delle elettromotrici 101-110 con equipaggiamento Westinghouse e delle rimorchiate 556-565[6], nonché parte delle celebri vetture a carrelli serie 900 realizzate negli anni 1939-1940.
Storia
Già attiva e in espansione a partire dai primi del XX secolo, come attesta la domanda di spazi pervenuta nel 1904 al comune di Finale Marina per l'ottenimento di spazi da adibire a un nuovo stabilimento[7], la società era attiva a Sestri Ponente nel 1911 con il nome di Officina Bagnara[8].
Nel 1913 Attilio Bagnara fondò un nuovo stabilimento a Sestri Ponente, che prese il nome di Officine Ferroviarie Liguri[9], in un periodo particolarmente turbolento dal punto di vista politico e sindacale; l'opificio non fece eccezione rimanendo coinvolto nelle lotte operaie del 1917[10] ma non ebbe problemi di rilievo con gli scioperi del 1920[11].
Proseguiva parallelamente l'ascesa del fondatore come esponente di primo piano della società locale e nazionale, grazie anche
alla presidenza della sezione pallanuoto della storica Società Ginnastica Andrea Doria e alla candidatura nel collegio di Voltri alle elezioni politiche italiane del 1913. Nel 1924-1925 la stessa azienda risultava aver cambiato nome in Società Anonima Industriali - Attilio Bagnara[12], pur rimanendo nota anche negli anni successivi con l'appellativo di "officine ferroviarie liguri".
Fra le due guerre mondiali le officine Bagnara avevano raggiunto una interessante quota di mercato a livello nazionale grazie alla conversione in industria "per la costruzione di vagoni ferroviari, tram, autobus, furgoni e macchine agricole", con l'acquisizione di commesse che fornivano lavoro a un migliaio di maestranze operaie.
Negli anni cinquanta, in uno scenario di ricostruzione postbellica, la situazione economica era completamente mutata: i ridotti investimenti nei sistemi di trasporto su ferro e la concorrenza delle grandi fabbriche, prima fra tutte la Fiat, costrinsero Ermillo Bagnara, nel frattempo subentrato al padre Attilio, ad attuare un drastico ridimensionamento dell'azienda[13] che nel 1954 comportò il licenziamento di ben 1396 persone[14].
L'operazione non fu sufficiente a salvare l'azienda: nel 1964 il preannunciato ulteriore ridimensionamento dell'azienda mediante licenziamento di quaranta operai[15] è solo uno degli ultimi atti prima del fallimento, decretato e confermato in via definitiva, dopo un processo di appello svoltosi nel 1969, con sentenza della Corte di cassazione nel 1971[16].
La crescita attuata anni trenta consentì alle officine Bagnara, assieme ad altre industrie della zona quali Ansaldo, San Giorgio, Piaggio e Tassara, di realizzare a Sestri Ponente abitazioni per famiglie operaie, a conferma che l'opificio era ormai solidamente affermato come una delle maggiori industrie della zona[18].
Una descrizione dei macchinari e degli impianti suddivisi per reparto è descritta nelle relazioni tecniche e amministrative redatte nel periodo 1951-1957 al fine di ottenere un mutuo da parte del Comune di Genova[19]
^Atti parlamentari, Camera dei deputati, Legislatura XXIII, prima seduta, discussioni, Tornata del 18 febbraio 1911.
^Gaetano Perillo e Camillo Gibelli, Storia della Camera del lavoro di Genova: dalle origini alla seconda guerra mondiale, Editrice sindacale italiana, 1980. parzialmente consultabile su Google books.
^Silvana Barbalato (a cura di), L'archivio di Piero Gobetti. Tracce di una prodigiosa giovinezza, Franco Angeli, Milano, 2010. Parzialmente consultabile su Google books.
^La carta intestata aziendale dell'epoca, su cui erano riportate comunicazioni oggetto di scambio fra i collezionisti, riportava tale dato sotto la denominazione di "Officine Ferroviarie Liguri - Società Anonima, Sede in Sestri Ponente"