Un nazar (dall'arabo نَظَر /naðˤar/, derivante da una parola che significa "vista", "sorveglianza", "attenzione" e altri concetti simili), in italiano comunemente chiamato occhio di Allah[1][2][3][4] o meno frequentemente occhio di Medusa[5], è un amuleto a forma di occhio stilizzato, che si ritiene offrire protezione dal malocchio[6][7][8][9]. Molto popolare in Turchia, si trova anche con lo stesso nome nelle lingue azera, bengalese, hindi, curda, pashto, persiana, punjabi, urdu e altre[10].
In Turchia si trova anche come nazar boncuğu (l'ultima parola deriva da boncuk, "vago" o "perlina" in turco, a sua volta derivato dall'arabo), mentre in Grecia si chiama mati, in Irancheshm nazar (چشم نظر) o nazar qurbāni (نظرقربانی)[11]. Nel Subcontinente indiano la frase "Nazar lag gayi" indica qualcuno colpito dal malocchio[12].
Il nazar, spesso in vetro o pasta vitrea o ceramica, rappresenta un occhio che è sempre vigile contro il malocchio gettato, anche involontariamente, dai complimenti che celano invidia.
Nel 2018 è stato incluso nella specifica Unicode con il codice U+1F9FF🧿NAZAR AMULET.[13]
«1 È l'"occhio" greco, un portafortuna che preserva da sventure e malocchio (mátiasma in greco), in uso ancor oggi in tutta la Grecia, dove viene portato come amuleto. Di derivazione antica, ha le sue origini nell'occhio di Horus, o Ra, degli antichi Egizi [...] Un amuleto simile è l'occhio di Allah, detto anche occhio greco, evil eye (in inglese), mauvais œil (in francese), böser Blick (in tedesco), ayn hasad (in arabo) e olho gordo (in portoghese brasiliano).»
^Mario Polia, Tra cielo e terra. Religione e magia nel mondo rurale della Valnerina, vol. 2, Foligno, Edicit-Editrice Centro Italia, 2009, p. 545, ISBN9788896157107.
«[...] nell'Islam si usa portare al collo un amuleto vitreo in forma di occhio detto "occhio di Allah" [...]»
^ Jawdat Said, La morte della guerra: vivere nel tempo abrogato, in Jawdat Said, Vie islamiche alla nonviolenza, a cura di Naser Dumairieh, Marzabotto, Zikkaron Edizioni, 2017, ISBN9788899720155.
«[...] i mercanti di armi si comportano con i loro clienti come quelli che vendono alla gente l'occhio blu73, che poi lo appende al collo dei propri figli perché non siano colpiti dal malocchio. [...] 73 Amuleto molto diffuso nei paesi arabi e in tutta l'area mediterranea, detto anche "occhio di Allah".»
^ Marco Bussagli, Scaramanzia, in Universo del corpo, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000. URL consultato il 30 gennaio 2023.
«L'occhio ('ayn) può assumere però valore positivo, come dimostrano gli amuleti rappresentanti il benefico occhio di Allah»
^ Angela Giallongo, «Due occhi ti feriscono, tre ti guariscono», in La donna serpente. Storie di un enigma dall'antichità al XXI secolo, Bari, Edizioni Dedalo, 2013, p. 56, ISBN9788822005755.
«[...] Così hanno compiuto e compiono ancora il loro dovere gli amuleti bluastri, chiamati nel mondo arabo Occhio di Allah e altrove Occhio di Medusa. [...]»
^Raffaele Morelli e Vittorio Caprioglio, Occhi come amuleti contro il malocchio, in Ciò che cerchi è dentro di te, Milano, Edizioni Riza, 2021, p. 34, ISBN9788870715880.
«[...] Un altro amuleto molto diffuso, specialmente in Turchia e in Grecia, è il cosiddetto "occhio di Allah", altrimenti chiamato Nazar Bonjuk. Ha la forma di un cerchio blu, con al centro un occhio, o altri cerchi concentrici di colore bianco, azzurro e nero. Questo amuleto è considerato utile soprattutto per scacciare il malocchio [...]»
^ Andrea Romanazzi, Guida alla stregoneria del deserto, Roma, Venexia Editrice, 2011, ISBN9788887944914.
«[...] Spesso vi è posto al centro un altro simbolo di origini remote, l'occhio di Allah, facilmente reperibile anche in vetro sulle moltissime bancarelle dei souk. Rappresenterebbe l'occhio vigile di Dio che protegge e preserva. [...]»
^ Federica Giuliani, Superstizioni, in Il cielo di maiolica blu. Un'insolita storia d'amore con la Turchia, Firenze, goWare, 2015, ISBN9788867973286.
«[...] Il più celebre degli amuleti è la perla blu o occhio di Allah, mavi boncuk, che pare funzionare perfettamente contro il malocchio. [...]»
^(EN) Abdul Jamil Khan, Urdu/Hindi: An Artificial Divide: African Heritage, Mesopotamian Roots, Indian Culture & British Colonialism, Algora Publishing, 2006, p. 138, ISBN9780875864389.
«Arabic verbs have generated an enormous number of words for Urdu/Hindi as well as Persian. ... The word nazar, meaning eye, or sight, is part of the cultural idiom -- <nazar lag jana>, meaning 'evil eye's effect,' and is used in the whole subcontinent.»
^M. Moin: A Persian Dictionary, 3rd edition, p. 4752 (in Persian).
^(EN) Mehmet Kaan Kaya, Arun D Singh, Harminder S Dua, Nazar boncugu—blue glass Evil Eye bead, in British Journal of Ophthalmology, vol. 93, n. 707, 22 maggio 2009. URL consultato il 13 maggio 2019.
«The phrases “Nazar lag gai” (affected by the Evil Eye) and “Nazar utarna” (removing the effects of Evil Eye) are common in Hindu culture.»