Núria Añó (Lleida, 10 febbraio 1973) è una scrittrice spagnola.
Fino a 19 anni ha vissuto a Mollerusa. Ha studiato la filologia catalana e la lingua tedesca; vive a Lérida, dove lavora come scrittrice, traduttrice e relatore a convegni e congressi internazionali, dove si parla di creazione letteraria o autore come Elfriede Jelinek, Patricia Highsmith, Alexandre Dumas, Karen Blixen, Salka Viertel e Franz Werfel. Iniziò a scrivere romanzi precocemente e pubblicò il primo libro nel 1990. Nel 1996 ha ricevuto il 18º premio Joan Fuster. Il suo libro 2066 Inizia la fase di correzione[1] è stato tradotto in molte lingue, tra cui l'italiano. Nel 2004 Els nens de l'Elisa si è classificato al terzo posto al premio Ramon Llull[2]. Seguirono L’escriptora morta (La scrittrice morta, 2018) nel 2008 (Omicron); Núvols baixos (Nuvole basse, 2018) nel 2009 (Omicron); La mirada del fill (Lo sguardo del figlio, 2020) nel 2012 (Abadia) e il saggio biografico sulla vita della sceneggiatrice ebrea Salka Viertel El salón de los artistas exiliados en California (Il salone degli artisti esiliati in California, 2021), nel 2020.
Lei vince il XVIII Premio Joan Fuster per la Narrativa Città di Almenara ed è stata insignita delle prestigiose borse internazionali: Nuoren Voiman Liitto (Finlandia, 2016), Shanghai Writing Program (Cina, 2016), Baltic Centre (Svezia, 2017), IWTCR (Grecia, 2017), Cracovia Città della Letteratura UNESCO (Polonia, 2018), IWTH (Lettonia, 2019) e OWP (Cina, 2020).
Lo stile della Añó si concentra sulla psicologia dei personaggi, solitamente antieroi[3]. Nei suoi libri sono più importanti i protagonisti che l'argomento stesso del libro[4], ciò a causa di una continua riflessione e introspezione dal punto di vista femminile[5]. I temi trattati sono problemi attuali e di rilevanza sociale.
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