Palazzo Mansi si trova nel centro della città di Lucca e risale alla fine del Cinquecento. Fu acquistato dalla famiglia Mansi nel 1616 che eseguì una ristrutturazione interna in stile barocco in contrasto con l'austerità delle fattezze esterne.
Le due ali perpendicolari al nucleo centrale risalgono all'Ottocento, con lo scalone ad unica rampa che conduce al piano nobile in un loggiato affacciato sul giardino.
Il museo è stato situato in questo lussuoso stabile dal 1965 quando divenne proprietà dello Stato e venne completamente ristrutturato. Nel 1977 vi fu inaugurata la sezione della pinacoteca Nazionale. Successivamente furono recuperati gli arredi originali, gli affreschi e gli arazzi alle pareti. Da segnalare la Camera degli sposi, con l'originale alcova e i tessuti di seta lucchese ricamata del ´700.
Museo
Nel Museo sono esposte opere del XIX secolo di Pompeo Batoni, Bernardino Nocchi, Stefano Tofanelli e strumenti e prodotti tessili antichi della vita comune quali telai, modelli di abbigliamento d'epoca, paramenti religiosi, tessuti del XVI, XVII e XVIII secolo ed illustra uno spaccato di quello che è stata l'attività di produzione tessile nel territorio lucchese.
L'alcova
Uno dei salotti da parata o anticamera
Camera azzurra, con un letto di manifattura lucchese del primo Ottocento
Pinacoteca
Il nucleo principale dei dipinti presenti nella pinacoteca furono donati dal granduca Leopoldo II di Asburgo Lorena alla città di Lucca nel 1849, in occasione dell'annessione di questa al Granducato di Toscana, come risarcimento alla città per la dispersione della galleria di palazzo Ducale perpetrata da Carlo Ludovico di Borbone nel 1841. La donazione fu promossa dal pittore lucchese Michele Ridolfi. Accanto al gruppo di opere di provenienza fiorentina se ne sono aggiunte altre provenienti dal mercato o da chiese, monasteri e collezioni private lucchesi. Attualmente la gran parte delle opere sono nelle quattro sale della pinacoteca al piano nobile, e altre si trovano al secondo piano del palazzo (dal Neoclassicismo al primo Novecento) o nelle sale di rappresentanza.