La sua figura fu rivelata per la prima volta dagli scritti di Helena Blavatsky, che sosteneva di esserne diventata sua discepola, dopo averlo incontrato all'età di 20 anni a Londra, ad Hyde Park, sotto le vesti di un principe Rajput.[4][5]
Sarebbero state le direttive di Morya e di un altro maestro che si faceva chiamare Koot Hoomi a indurre la Blavatsky a fondare la Società Teosofica nel 1875 ad Adyar,[6] in India, per diffondere nuovamente nel mondo gli antichi insegnamenti di quella «saggezza divina» (o appunto teosofia) che era stata alla base di altre scuole del passato, come il neoplatonismo, lo gnosticismo e i misteri del mondo classico.
Morya e Koot Hoomi apparterrebbero secondo la Blavatsky a un gruppo di mahatma che nel corso delle loro ripetute vite terrene si sarebbero evoluti al punto da trascendere la stessa condizione umana, superando specifiche iniziazioni con cui sono entrati a far parte di quella Grande Loggia o Fratellanza Bianca discesa dal cosmo in tempi remoti per assumersi il compito di guidare il destino dell'umanità.
Divenuto capace di assumere e modellare a piacimento un proprio corpo fisico, Morya «vive sulla Terra, ma in possesso di sensi sviluppati che si fanno beffe del tempo e dello spazio».[10]
Morya avrebbe in seguito ispirato la teosofa russa Helena Roerich, moglie dell'artista e poeta Nicholas Roerich, inducendoli a scrivere tra il 1920 e il 1944 i fondamenti della dottrina spirituale dell'Agni Yoga in diciotto volumi.[5]
Tratti salienti
Fra i sette raggi divini, ovvero le sette emanazioni con cui l'Assoluto si esplica irraggiandosi sulla Terra,[11] Morya apparterrebbe al Primo Raggio, corrispondente a Volontà e Potere.[12][13] Egli è intimamente legato al maestro Koot Humi, esponente però del Secondo Raggio.[13]
Morya opererebbe inoltre in stretta collaborazione col Manu, considerato nella teosofia il signore delle razze-madri, o razze-radici, in quanto capostipite del popolo dominatore in ognuna delle rispettive ere attraversate fino a oggi, ed anche in futuro, dalla Terra.[13]
A Morya è attribuita la paternità dei seguenti 18 libri sulla dottrina dell'agni yoga, pubblicati da Helena Roerich, alla quale egli li avrebbe dettati telepaticamente o per chiaroudienza:[15]
Foglie del Giardino di Morya: Appello (1924)
Foglie del Giardino di Morya: Illuminazione (1925)