Nasce a Guadalupe il 13 gennaio 1891. Il padre è un ingegnere minerario e Miguel, accompagnandolo a volte in miniera, inizia a sviluppare un'acuta sensibilità ai problemi sociali[2].
Senza tener conto dei rischi, svolge clandestinamente un'intensa attività assistenziale e pastorale, giungendo a distribuire anche 1500 comunioni quotidiane[3]. Accompagnandosi con la chitarra, grazie alle canzoni e all'umorismo conquista l'attenzione della gente.
Nel 1927 viene arrestato con la falsa[4] accusa di aver partecipato a un attentato contro il generaleÁlvaro Obregón, candidato alla presidenza repubblicana, mentre in realtà Miguel è sempre stato contrario all'uso della violenza[3]. Senza processo, e ignorando le testimonianze in favore della sua innocenza, il 23 novembre 1927 è portato davanti al plotone di esecuzione: le sue ultime parole prima della fucilazione sono "Viva Cristo Re". Al suo funerale, a Città del Messico, sfilano ventimila persone, nonostante il divieto delle autorità[3].