Matteo Frescobaldi (Firenze, 1297 circa – Firenze, 1348) è stato un poeta italiano, tardo stilnovista, figlio di Dino Frescobaldi.
Scrisse liriche a carattere amoroso[1] gnomico e politico[2] talune appartengono al genere della poesia civile, altre a quello comico-realistico.
Morì a Firenze durante la peste del 1348.
Note
- ^ Accorr'uomo! Accorr'uomo! I' son rubato!
- ^ (“...Mentre che fosti, Firenze, adornata di buoni antichi cari cittadini, i lontani e' vicini adorarno el Lione e' tuoi figliuoli: ora se' meretrice pubblicata in ogni parte, in fin tra Saracini. Oimè! Che tu ruini pe' tuo' peccati in troppi eterni duoli. Deh! Ravvediti ancor; chè puoi, se vuoli; e fa' che tu sia intera e non divisa e muterai di pianto in dolci risa”.....)
Bibliografia
- Francesco Ambrosoli, Manuale della Letteratura Italiana, seconda edizione ricorretta e accresciuta dall'autore, Vol. I, Firenze, G.Barbèra Editore, 1863.
Altri progetti
Collegamenti esterni
- Fabio De Propris, FRESCOBALDI, Matteo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 50, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1998.
- Opere di Matteo Frescobaldi, su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Matteo Frescobaldi, su Open Library, Internet Archive.