La marca da bollo è un tipo particolare di carta-valori, simile a un francobollo, usato come pagamento per la convalida di atti e documenti pubblici (ad esempio, atti notarili, dichiarazioni, passaporti, ecc.).
In alcuni Stati vengono usati in più campi, dalle accise sugli alcolici e sul tabacco a quelle riguardanti il gioco d'azzardo, come negli Stati Uniti d'America[1] e nel Regno Unito.[2]
Storia
Per lungo tempo nel Regno Unito i francobolli servirono anche per il pagamento di diritti di bollo, come mostrato dalla scritta Postage & Revenue (posta e diritti di bollo) posta sugli esemplari.
Nel corso degli anni diversi Stati europei come l'Austria (2002)[3] e la Germania (1991)[4] hanno abolito le marche da bollo anche se in Austria si paga ancora l'imposta di bollo per alcuni atti.
Sono sempre più diffusi i valori autoadesivi in tutto il mondo, per la grande disponibilità di macchine automatiche e il vantaggio di non dover mantenere una scorta di valori che tendono a variare nel tempo.[senza fonte]
Italia
In Italia le marche da bollo sono utilizzate fin dal 1863. Vengono vendute generalmente nelle tabaccherie o in esercizi pubblici autorizzati.
Nel 1940 erano state introdotte, per il pagamento dell'Imposta Generale sull'Entrata, particolari marche da bollo a due sezioni abbinate, con vignette differenti: matrice o madre la sinistra, destra la figlia.
Dal giugno del 2005 alle marche da bollo tradizionali sono stati affiancati i contrassegni telematici di tipo autoadesivo, rilasciati per via telematica dall'Agenzia delle entrate e stampati nei punti di rivendita.
Dal 1º settembre 2007 tali contrassegni hanno rimpiazzato in maniera definitiva le marche da bollo rendendole fuori corso.[5]
Per alcuni atti pubblici, come i certificati anagrafici cumulativi, la marca da bollo è stata sostituita da un timbro, che attesta il pagamento in contanti dell'importo direttamente al soggetto emittente l'atto.
Il 19 settembre 2014 è stata introdotta la marca da bollo digitale (Servizio @e.bollo), emessa elettronicamente attraverso siti web connessi all'Agenzia delle Entrate.[6]
Tuttavia, se il contribuente detiene ancora delle vecchie marche da bollo può utilizzarle anche dopo la variazione (ad esempio l'ultimo aumento del 2013); ciò a patto che l'imposta totale sia quella dovuta sul documento considerato. Ad esempio se un documento è soggetto a marche da bollo da 32 euro si possono utilizzare ancora le vecchie marche da 14,62 e 1,81 euro fino al raggiungimento dell'importo dovuto.
Valore storico delle marche da bollo
In questa sezione è riportata la progressione nel tempo del valore facciale delle marche da bollo della Repubblica Italiana, relative a un generico atto in bollo, cioè per il quale non è specificato un apposito valore, dal 1973 a oggi:
^Decreto-legge 12 luglio 2004, n. 168, art. 1-bis, comma 10, lettera d), punto 1), convertito in legge 30 luglio 2004, n. 191.
^Ministero dell'economia e delle finanze, Decreto 24 maggio 2005, art. 1, comma 1, ai sensi dell'art. 1, comma 300, della legge 30 dicembre 2004, n. 311.
^Decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43, art. 7-bis, comma 3, convertito in legge 24 giugno 2013, n. 71.