Nacque a Puebla e studiò filosofia nel collegio di San Juan di Letrán,[3] che abbandonò nel 1859 per partecipare alla Guerra di Riforma messicana dalla parte del Partito Liberale.[3] Si caratterizzò per uno stile di vita di vero bohémien, romantico nelle sue azioni e gesta prima ancora di ritrovare una corrispondenza nella poesia.[1]
Durante il secondo intervento francese in Messico partecipò alla resistenza contro i transalpini e fu fatto prigioniero e rinchiuso nella fortezza di San Carlos de Perote.[4] Liberato nel 1867 venne eletto deputato nelle file del partito liberale e si unì al movimento di scrittori guidato da Ignacio Manuel Altamirano.[1][4] Strinse una forte amicizia con Manuel Acuña, assieme al quale pubblicò vari libri poetici. A causa di una terribile malattia divenne cieco e morì in una condizione di miseria.[1]
La sua prima e fondamentale opera poetica fu Pasionarias, pubblicata a Puebla nel 1874 e in seguito ristampato in edizioni rivedute ed estese a Parigi e a Barcellona.[4]
Nel 1912 a Parigi apparve il libro postumo Poesias ineditas, che confermò il talento letterario del poeta;[4] e più di un centinaio di anni dopo la sua nascita, nel 1953 fu stampato Rosas caídas, il suo diario.[3]
Flores è stato un poeta romantico seguace di modelli francesi, soprattutto Alfred de Musset, e spagnoli, come ad esempio Bécquer, e il tema attorno al quale ruotano tutte le sue liriche è l'amore. Amore visto sia sotto un'ottica positiva, e quindi osannato come principio primario della vita e dell'universo, ma anche sotto una luce negativa, come origine del dolore e della sofferenza, ma sempre cantato con grandi slanci sensuali, passioni e voluttà che fecero scandalizzare vari critici letterari, tra i quali L. G. Urbina che sostenne nei riguardi dell'artista: «una fiamma sensuale lambiva la sua ispirazione fino a incendiarla...morì divorato dal medesimo fuoco che ardeva nei suoi canti».[1][3]
Questa "fiamma sensuale" ispirò a Flores immagini di rara efficacia, fantasia e originalità letteraria, come ad esempio Tristeza o Bajo las Palmas, che lo misero in evidenza all'interno della letteratura latino-americana. Alcune sue liriche tuttavia risultarono parzialmente prive di originalità e scritte in un linguaggio popolare e, talvolta, licenzioso.[1][4]
Da annoverare e ricordare alcune sue pregevoli traduzioni poetiche, che spaziarono da Dante a Hugo e a Byron.[2]
Vanno menzionati anche alcuni poemi di argomento patriottico, come Oda a la patria e Al pie de la Cruz.
Ebbe una relazione sentimentale con Rosario de la Peña, musa ispiratrice di altri grandi poeti, come José Martí e Manuel Acuña, che si è suicidato per lei.[5]
Note
^abcdefle muse, V, Novara, De Agostini, 1964, p. 48.
^ab(ES) Manuel M. Flores, su los-poetas.com. URL consultato il 4 agosto 2018.