Negli anni 1976, 1977 e 1978 lavorò nel cosiddetto Canale 11, controllato dall'esercito. Fu una delle 16 giornaliste donne a ottenere un premio dal Ministro degli Interni, il generale Albano Harguindeguy, nell'agosto del 1980.[2]
Durante gli anni '80 assunse un atteggiamento di difesa dei diritti umani da diversi organismi. Col suo programma radiofonico fu la prima a dare voce alle madri di Plaza de Mayo durante il governo della dittatura. Durante la sua carriera dimostrò contro la violenza di qualsiasi segno, con una concezione pluralistica del giornalismo che si adatta a tutte le voci e tutte le posizioni.
2013, Premio Martín Fierro per il lavoro giornalistico femminile.[10][11][12]
2013, rand Prize for Press Freedom per la sua eccellenza giornalistica 2013.[13][14]
Note
^Copia archiviata, su aptra.org.ar. URL consultato il 19 agosto 2018 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2012).
^César L. Díaz: La cuenta regresiva. La construcción periodística del golpe de Estado de 1976 pág. 89. La Crujía Ediciones Buenos Aires 2002 ISBN 987-1004-10-9