La Madonna col Bambino e santi è un dipinto realizzato in olio su tela presumibilmente da Agostino Facheris e conservato sul lato destro del coro della chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano, a fianco della grande pala di Lorenzo Lotto.[1]
La tela, di grandi dimensioni, era stata commissionata per la chiesa di Santo Stefano di Bergamo gestita dai padri domenicani e rimase esposta sul presbiterio, per poi essere rimossa nel 1561 quando l'edificio fu demolito per la costruzione delle Mura veneziane di Bergamo.[2]
Il lavoro fu realizzato dal Facheris quando era già maturo e raffigura una sacra conversazione con la Madonna che tiene il Gesù Bambino sul grembo, sant'Agostino e san Giovanni Evangelista posti ai suoi piedi. La committenza però non è certificata e secondo alcuni critici la pala sarebbe lavoro di Lucano da Imola.[3]
I personaggi sono raffigurati sotto un grande drappo verde tenuto aperto da due putti alati, mentre un gruppo composto da sette teste d'angelo posti a piramide, riempie il cielo. La Madonna siede su di un trono di nuvole posta in un cielo di un azzurro intenso che si schiarisce più questo si avvicina alla terra, ed è raffigurata in un atteggiamento molto affettuoso con il figlio, da Adolfo Venturi ritenuto troppo ingenuo ma con un'imitazione delle raffigurazioni del Lotto così come lottesche sembrano «le carni esangui, l'apertura a cartoccio del manto di Maria».[4] Mentre nella raffigurazione dei santi secondo il Venturi l'opera presenta assonanze con i dipinti di Andrea Previtali: «con teste insaccate nelle spalle, pieghe arruffate, disordinate e dure».[1]
Nella parte inferiore della tela vi sono raffigurati a sinistra sant'Agostino e a destra sa Giovanni Battista, tra loro una città che, sebben qualcuno avrebbe voluto identificare nella città di Bergamo, è probabilmente una città immaginaria posta in prossimità di un lago. I due santi, sant'Agostino a sinistra negli abiti vescovili con il pastorale e con lo sguardo rivolto alla Vergine, e san Giovanni evangelista a piedi scalzi a destra che tiene nella sinistra un libro chiuso e nella destra il calice eucaristico. I due santi sono posti su di un'ampia campitura che pare essere posto a un livello superiore rispetto all'apertura sul paesaggio, che riportano l'artista a lavori di Lorenzo Lotto, artista molto vicino al Facheris nel suo periodo bergamasco. Il dipinto presenta quindi tutte le caratteristiche del rinascimento veneziano.[1]