Intesa in origine solo per indicare manufatti immaginari in opere di finzione, come libri, fumetti, film e cartoni animati, la locuzione è andata a designare, nell'uso comune della lingua inglese sia meccanismi e macchinari, sia azioni reali e concrete che impiegano una quantità di risorse sproporzionata rispetto al risultato da conseguire.[1] Queste macchine prendono il nome dal fumettista Rube Goldberg che utilizzava le sue conoscenze ingegneristiche per proporre macchinari di questo genere in molti suoi lavori.
In Italia, simili macchinari appaiono più volte anche in Memex Sperimentiamo! (Rai Scuola).
The Way Things Go
Meccanismi di questo tipo hanno dato spunto a elaborazioni artistiche: un esempio celebre è l'opera di videoarteThe Way Things Go (Così vanno le cose), girato nel 1987 dal duo svizzero formato da Peter Fischli e David Weiss. Nel filmato della durata di circa 30 minuti ambientato in un magazzino lungo circa 30 metri, oggetti abbandonati come pneumatici, cestini dell'immondizia, scale, saponette, barili, coltelli, vecchie scarpe, fuochi pirotecnici, acqua, fuoco, benzina, interagiscono attraverso modalità meccaniche e chimiche e prende vita una catena continua di eventi fisici attraverso deboli rapporti di causalità fisica.
^Qui si tratta di una paradossale "macchina automatica per alimentare gli operai", che guastandosi si trasforma in un inquietante strumento di tortura.