La Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti (MINUSTAH dal franceseMission des Nations Unies pour la Stabilisation en Haïti) è stata una missione di peacekeeping dell'ONU stabilita dal Consiglio di Sicurezza il 30 aprile 2004 con la risoluzione 1542.
La missione, operativa a partire da maggio 2004 per concludersi nell'ottobre 2018, si rese necessaria dopo la destituzione del presidente Jean-Bertrand Aristide, da parte di truppe di ribelli, per garantire al paese una transizione democratica del paese.
Il mandato della MINUSTAH è stato quello di aiutare il governo di transizione nazionale nel mantenere l'ordine e la legge nel paese, nel garantire libere e democratiche elezioni e di proteggere il personale delle Nazioni Unite impegnato in progetti umanitari.
Il quartier generale della missione era situato nella capitale Port-au-Prince mentre il contingente militare è stato guidato dal generale brasiliano Carlos Alberto dos Santos Cruz.
La MINUSTAH era presente con forze militari e Staff Civile in tutti i Dipartimenti del paese, in particolare nei capoluoghi amministrativi di Fort-Liberté, Miragoane, Gonaive, Port-de-Paix, Jeremie, Hinche, St. Marc, Jacmel e Les Cayes
La Missione termina il suo mandato nell'ottobre del 2017 dopo 13 anni di presenza ad Haiti.
Le seguenti Sezioni Civili erano presenti nella MINUSTAH, nel quartier generale e nelle regioni:Affari civili, Affari politici, Elettorale, Diritti umani, Protezione dell'infanzia, Affari umanitari, Giustizia, Informazione pubblica.
La missione è costata 489 milioni di dollari; durante la missione 96 peacekeepers hanno perso la vita, tra i quali il precedente comandante della missione, il brasiliano Urano Teixeira da Matta Bacellar.[senza fonte]
Le denunce di stupri e sfruttamento della prostituzione minorile
Secondo lo studio condotto dalla Sabine Lee, professoressa di storia moderna dell'università di Birmingham, e Susan Bartels, della Queens University in Ontario, pubblicato sulla rivista accademica Conversation, i militari impiegati nella missione si sarebbero resi responsabili nei confronti della popolazione civile di stupri e sfruttamento della prostituzione minorile, in cambio di pasti o piccoli pagamenti, che avrebbero portato alla nascita di centinaia di bambini, abbandonati alla miseria con le ragazze madri.[2][3][4]
Lo studio è frutto di numerose interviste realizzate nel 2017 dopo la fine della missione ed ha coinvolto oltre 2500 haitiani, che hanno raccontato i metodi coercitivi utilizzati dai militari per ottenere i rapporti sessuali, adescando anche adolescenti.[3][2]