Hölty effettuò il suo percorso di studi da uno zio insegnante, a causa della sua salute cagionevole che non gli consentì di vivere più di ventotto anni.[1]
La sua carriera letteraria fu dunque brevissima ed i suoi lavori vennero pubblicati postumi.
Durante gli studi Hölty si entusiasmò per la cultura inglese e per quella classica, dalle quali colse l'ispirazione per le sue liriche d'esordio.
Una svolta nella sua esistenza l'ebbe quando, a Gottinga venne introdotto all'Almanacco delle Muse.[2]
Le liriche di Hölty si caratterizzarono per uno spirito sensibile, acuto e attento a descrivere gli elementi della natura, non alieno ad una nota triste che rievoca il destino dell'uomo e la caducità della vita, stemperata dalla serenità e dalla gioia della fede religiosa.[2][1]
Le sue poesie più importanti furono Tanzt dem schönen Mai entgegen, Die Liebe, Mailied, Vaterlandslied; da citare la ballata Adelstan und Röschen.[4]
^Ludwig Christoph Heinrich Hölty, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 6 luglio 2016.
Bibliografia
(DE) Peter Brink e Christoph Oppermann, 250 Jahre Hölty, Wunstorf, Wunstorfer Merkur-Verlag Grevsmühl & Oppermann, 1999.
(DE) Adalbert Elschenbroich, Hölty, Ludwig Christoph Heinrich, in Neue Deutsche Biographie (NDB), IX, Berlino, Duncker & Humblot, 1972, p. 336.
(DE) Ernst Müller, Ludwig Christoph Heinrich Hölty. Leben und Werk, Egelsbach, Fouqué-Literaturverlag, 2001.
(DE) Carl Christian Redlich, Hölty, Ludewig Heinrich Christoph, in Allgemeine Deutsche Biographie (ADB), XIII, Lipsia, Duncker & Humblot, 1881, pp. 9–12.
(DE) Thymiane Oberlin-Kaiser, Ludwig Christoph Heinrich Hölty, Zurigo, Juris-Verlag, 1964.