La Leffe è una birrabelga. Originariamente prodotta nell'abbazia di Notre Dame de Leffe, nonostante la presenza nell'imballaggio e nelle campagne pubblicitarie di riferimenti al monachesimo, la produzione, a partire dal XX secolo può essere considerata di carattere industriale[1].
Nella città di Dinant si trova il museo Leffe, ospitato in una cappella del convento di Bethléem, a pochi chilometri dall'abbazia di Notre-Dame de Leffe[2].
La stessa abbazia conobbe molti periodi difficili, venendo danneggiata sia da circostanze naturali sia dall'uomo durante il passare degli anni. Lo scoppio della Rivoluzione francese ebbe come risultato la distruzione del monastero e della chiesa e la chiusura dell'attività di produzione birraria[3].
Il monastero venne riaperto nel 1929, con la ricostruzione della chiesa, nei terreni originariamente occupati dal fienile[3]. La produzione riprese a partire dal 1952 ad opera del padre-abate Nys e con la collaborazione di Albert Lootvoet, titolare di un birrificio a Bruxelles[3]. Questo birrificio venne in seguito acquisito dal birrificio Artois diventando parte dei gruppi Interbrew e, in seguito, inBev. Dal 1977, con la chiusura del birrificio Lootvoet, la Leffe venne prodotta nello stabilimento della birra Vieux-Temps a Mont-Saint-Guibert, fino alla sua chiusura, avvenuta nel giugno 1996[4]. Da quella data la produzione venne spostata a Lovanio, nello stabilimento che produceva la Stella Artois[5].
Nel 2016 l'Ab-InBev è stata citata in giudizio presso la corte federale di Miami con l'accusa che la Leffe, pur richiamando esplicitamente la tradizione monastica belga, non sia effettivamente prodotta da monaci in modo artigianale[6].
Rifermentata in bottiglia, più forte, molto corposa, presenta un gusto marcato e sentori di arancia, vaniglia e limone. Notevole speziatura nel retrogusto[8]
L'unica Leffe rifermentata in bottiglia, fino a poco prodotta nel Hoegaarden Brewery