Nel 1922 Rosenfeld, insieme a Theodor Liebknecht e Georg Ledebour, fu uno dei più noti oppositori della fusione dell'USPD con l'SPD, ma a differenza di Liebknecht e Ledebour, Rosenfeld si riunì ai socialdemocratici. Nel gruppo parlamentare socialdemocratico al Reichstag, Rosenfeld fu uno dei massimi esponenti della sinistra del partito, insieme a Paul Levi e Max Seydewitz. Dal 1927 lavorò a Klassenkampf, giornale teorico della sinistra marxista dell'SPD. Come avvocato, Rosenfeld difese tra gli altri il direttore della rivista Die WeltbühneCarl von Ossietzky, processato nel 1931 per un'inchiesta sulla creazione segreta di una forza aerea da parte della Reichswehr.
Nel settembre 1931, Rosenfeld fu espulso dall'SPD a causa della violazione della disciplina del gruppo parlamentare in una votazione al Reichstag, cosicché insieme a Seydewitz fondò il Partito Socialista dei Lavoratori di Germania (SAPD), di cui fu copresidente fino al 1933. A seguito della presa del potere dei nazisti, nella primavera del 1933 Rosenfeld si dimise dal SAPD e sollecitò i membri ad aderire al Partito Comunista di Germania (KPD). Dopo l'incendio del Reichstag emigrò in Francia, dove fondò a Parigi l'agenzia di stampa antifascista Agence Impress. In seguito si trasferì negli Stati Uniti, dove diresse la rivista The German-American insieme a Gerhart Eisler, fu presidente della German American Emergency Conference e fu molto attivo nel promuovere l'unità dei tutti gli avversari tedeschi e tedescofoni di Hitler nel continente americano. Dal 1943 fu membro del Presidium onorario del Comitato latinoamericano dei tedeschi liberi[6]. Inoltre, continuò a lavorare come avvocato in esilio.
Il 29 marzo 1934, la gazzetta ufficiale tedesca (Deutsche Reichsanzeiger) pubblicò la seconda lista di denaturalizzazione del Reich tedesco, attraverso la quale fu privato della cittadinanza tedesca[7].
Note
^(DE) Rosenfeld, Kurt, su deutsche-biographie.de. URL consultato il 23 gennaio 2022.
^(DE) Die Schlüsselgewalt der Ehefrau nach dem bisherigen deutschen Recht und B.G.B., Berlin, Ebering, 1900 (Rechts- und Staatswissenschaftliche Studien; 10 = Universität Rostock, juristische Dissertation).
^(DE) Michael Hepp (a cura di), Die Ausbürgerung deutscher Staatsangehöriger 1933–45 nach den im Reichsanzeiger veröffentlichten Listen. Band 1: Listen in chronologischer Reihenfolge, München-New York-London-Paris, De Gruyter Saur, 2011 [1985], p. 4, ISBN978-3-11-095062-5.
Bibliografia
(DE) Kurt Rosenfeld der Spalter wider Willen, in O.B. Server, Matadore der Politik, Berlin, Universitas Deutsche Verlags-Aktiengesellschaft, 1932, p. 66 ss.
(DE) Kurt Rosenfeld, in Franz Osterroth, Biographisches Lexikon des Sozialismus. Verstorbene Persönlichkeiten, Bd. 1, Hannover, J. H. W. Dietz Nachf., 1960, p. 255.
(DE) B. Leske, Rosenfeld, Kurt, in Geschichte der deutschen Arbeiterbewegung. Biographisches Lexikon, Berlin, Dietz, 1970, pp. 384-386.
(DE) Martin Schumacher (a cura di), M.d.R. Die Reichstagsabgeordneten der Weimarer Republik in der Zeit des Nationalsozialismus. Politische Verfolgung, Emigration und Ausbürgerung, 1933–1945. Eine biographische Dokumentation, 3., erheblich erweiterte und überarbeitete Auflage, Düsseldorf, Droste, 1994, ISBN 3-7700-5183-1.
(DE) Dieter Fricke, Rosenfeld, Kurt, in Manfred Asendorf, Rolf von Bokel (a cura di), Demokratische Wege. Deutsche Lebensläufe aus fünf Jahrhunderten, Stuttgart-Weimar, J. B. Metzler, 1997, ISBN 3-476-01244-1, pp. 529-530.
(DE) Rosenfeld, Kurt, in Werner Röder, Herbert A. Strauss (a cura di), Biographisches Handbuch der deutschsprachigen Emigration nach 1933. Band 1: Politik, Wirtschaft, Öffentliches Leben, München, Saur, 1980, p. 614.