Il Kinemacolor fu il primo processo riuscito di film a colori, usato commercialmente dal 1908 al 1914. Fu inventato da George Albert Smith nel 1906.[1] Questi fu influenzato dal lavoro di William Norman Lascelles Davidson, e, in maniera più diretta, da Edward Raymond Turner.[2] Fu lanciato dalla Urban Trading Co. di Londra di Charles Urban nel 1908. Dal 1909 in poi, il processo fu conosciuto come Kinemacolor. Era un processo di mescolanza additiva a due colori, che fotografava e proiettava una pellicola pancromatica in bianco e nero dietro filtri alternati rosso e verde.
Il processo
How to Make and Operate Moving Pictures ("Come fare per gestire i film") pubblicato dalla Funk and Wagnalls nel 1917 nota quanto segue:
Dei molti tentativi di produrre immagini cinematografiche... la maggior quantità di attenzione è stata finora attirata da un sistema inventato da George Albert Smith, e sviluppato commercialmente da Charles Urban sotto il nome di "Kinemacolor". In questo sistema (per citare dalla Cassell's Cyclopædia of Photography, curata dal curato di questo libro), si usano solo due filtri nel riprendere i negativi e solo due nel proiettare i positivi. La cinepresa assomiglia alla normale macchina da presa cinematografica tranne che scorre al doppio della velocità, riprendendo trentadue immagini al secondo invece di sedici, ed è dotata di un filtro rotante a colori in aggiunta al normale otturatore. Questo filtro è un ingranaggio con uno scheletro di alluminio... che ha quattro segmenti, due aperti, G e H; uno riempito di gelatina colorata di rosso, E F; e il quarto contenente gelatina colorata di verde, A B. La cinepresa è collegata in modo che le esposizioni sono fatte alternativamente attraverso la gelatina rossa e la gelatina verde. Si usa pellicola pancromatica, dalla quale il negativo è stampato nel modo normale, e si capirà [quindi] che non c'è colore nella pellicola stessa.[3]
Prima cinematografica
Il primo film mostrato in Kinemacolor fu un cortometraggio di otto minuti girato a Brighton intitolato A Visit to the Seaside, che fu presentato commercialmente nel settembre 1908. Il 26 febbraio 1909, il pubblico comune vide per la prima volta il Kinemacolor in un programma di ventuno cortometraggi mostrati al Palace Theater di Londra. Il processo fu visto per la prima volta negli Stati Uniti l'11 dicembre 1909, in un'esposizione allestita da Smith e Urban al Madison Square Garden di New York.[4]
I proiettori Kinemacolor furono infine installati in circa 300 cinema in Gran Bretagna, e furono prodotti 54 film drammatici. Quattro cortometraggi drammatici furono dalla Kinemacolor anche negli Stati Uniti nel 1912–1913,[5] e uno in Giappone, Yoshitsune Senbon Zakura (1914).
Tuttavia, la compagnia non fu mai un successo, in parte per via degli alti costi di installazione degli speciali proiettori Kinemacolor nelle sale cinematografiche. Inoltre, il processo soffriva della formazione di "frange" e "aloni" sulle immagini, un problema insolubile finché il Kinemacolor rimase un processo per fotogrammi successivi. La Kinemacolor negli Stati Uniti divenne molto importante quando il suo studio di Hollywood fu rilevato da David Wark Griffith, che rilevò anche i progetti falliti della Kinemacolor per girare The Clansman di Thomas Dixon, che divenne alla fine il
celeberrimo La nascita di una nazione (1915).
La prima versione (additiva) del Prizma Color, sviluppato da William Van Doren Kelley negli Stati Uniti dal 1913 al 1917, usava alcuni degli stessi principi del Kinemacolor. Nel Regno Unito, William Friese-Greene sviluppò un altro sistema di mescolanza additiva per i film chiamato Biocolour. Tuttavia, nel 1914 George Albert Smith fece causa a Friese-Greene per violazione dei brevetti della Kinemacolor, rallentando lo sviluppo del Biocolour da parte dello stesso Friese-Greene e di suo figlio Claude negli anni 1920.
«... Anche se il suo lavoro alla fine non ebbe successo, giocò la parte nell'influenzare lo sviluppo del Kinemacolor, il primo sistema di film a colori naturali ad avere successo al mondo, inventato dal vicino di Davidson nella città di Soutwick, vicino a Brighton, sulla costa inglese meridionale, G. A. Smith. ...»