Nonostante l'iniziale appoggio alla politica di difesa nazionale nel 1914 (vedi Union sacrée),[2] si porterà su posizioni pacifiste durante il protrarsi della prima guerra mondiale guidando la tendenza di minoranza nella SFIO che adottò delle posizioni di internazionalismo proletario, pur continuando a votare i crediti di guerra. Avendo innanzitutto il sostegno dei socialisti dell'Alta Vienne, questa corrente assunse gradualmente influenza, fondando il giornaleLe Populaire nel 1916, quotidiano animato da Paul Faure, Henri Barbusse e diretto dallo stesso Jean Longuet.[2]
Durante il Congresso di Tours svoltosi nel dicembre del 1920 che vide la creazione del Partito Comunista Francese (PCF), Longuet svolse un ruolo centrale. Dapprima favorevole all'adesione della SFIO alla Terza Internazionale creata sotto gli auspici del Partito Bolscevico, non accettò infine tutte le condizioni di Lenin, intendendo in particolare mantenere l'unità dei socialisti francesi. Rappresentava il "centro marxista" del Congresso, posizionandosi tra i sostenitori di una trasformazione della SFIO in partito comunista - che erano la maggioranza, e l'ala dei ricostruttori della destra riformista, guidata da Léon Blum. Tuttavia, il terzo giorno del Congresso, un telegramma mandato dal segretario del Comintern Grigorij Zinov'ev incoraggiava la maggioranza a condannare tutti i "moderati" - tra cui Jean Longuet, descritto come un «agente determinato dall'influenza borghese sul proletariato».[3] Quest'ultimo indignato, si vide così spinto a rimanere nella vecchia casa socialista.
Insieme ad altri esponenti e partiti socialisti dell'area centrista, partecipò nel febbraio del 1921 alla fondazione della Internazionale di Vienna, auspicando attraverso di essa il ricongiungimento del movimento operaio internazionale spaccatosi dopo la scissione bolscevica; ma di fatto registrandone il fallimento.[4] Partecipò così nel maggio del 1923 alla Conferenza di Amburgo che sancì la fusione dei centristi con i residui riformisti della Seconda Internazionale nella Internazionale operaia socialista,[4] nel cui ambito Longuet divenne specialista di questioni internazionali e membro della commissione coloniale.
(DE) Jean Longuet, Die Gewerkschaftsbewegung in Frankreich, in Die Neue Zeit.Wochenschrift der deutschen Sozialdemokratie, vol. 22.1903-1904, 2. Bd., Heft 33, Stoccarda, J.H.W.-Dietz-Verlag, 1904, pp. 197-203. URL consultato il 20 ottobre 2017.
(DE) Jean Longuet, der Führer der französischen Sozialisten, über das Moskauer Diktat. Rede auf dem Parteitag der USPD. in Halle. Manifest der Parteileitung der Unabhängigen Sozialdemokratie Deutschlands., Lipsia, Leipziger Buchdruckerei, 1920.
(DE) Weltappell für Asylrecht. Zur Pariser internationalen Asylrechtskonferenz vom 20. und 21. Juni 1936. Mit Auszügen aus den Reden von: Eliane Brault, Louis de Brouckère, Marcel Cachin, Casanovas, Lars Evenson, Léo Lagrange, Jean Longuet, Paul Perrin, Marcel Willard und Anderen., Parigi, Éditions universelles, 1936.
(DE) Jean Longuet, Georgij M. Sil'ber, Die Bombe tötete den Großfürsten auf der Stelle. Terroristen und Geheimpolizei im alten Rußland, Berlino, Aufbau-Taschenbuch-Verlag, 1995.
Note
^ab(DE) Angelika Limmroth, Jenny Marx. Die Biographie (Jenny Marx. La biografia), Berlino, Karl Dietz Verlag Berlin GmbH, 2014, p. 265.
^(FR) Jean-Marc Binot, Denis Lefebvre e Pierre Serne, Cent Ans, Cent Socialistes (Cento anni, cento socialisti), Parigi, Graffic - Bruno Leprince, 2005, p. 264.
(FR) Gilles Candar, Jean Longuet, un internationaliste à l'épreuve de l'histoire (Jean Longuet, un internazionalista alla prova della storia), Rennes, Presses universitaires de Rennes, 1995.