Dopo un soggiorno americano esordì con le opere Le vie occidentali (1922) e Il fiore (1923), incentrate su un'idea pessimistica del mondo, della società contemporanea, oltre che sulle problematiche derivanti da un'americanizzazione dell'Europa.[1]
In seguito scrisse Nel fascio di luce (1923), Tutto un inverno (1924), Uccelli intorno al faro (1925), basato su una descrizione della società di Copenaghen, La terra è matura (1927), il drammaIl paese dell'avanguardia (1928).
Pregevole risultò il ciclo di Stein, il protagonista delle due opere Tuono a sud (1932) e Sotto l'arcobaleno (1933), in cui l'autore narrò il periodo fra le due guerre, che fece da sfondo alla vicende del protagonista, un borghese che cambiò i propri valori e ideali e sposò una contadina, allontanandosi dalla propria classe sociale.[1]
Paludan lavorò anche come critico, collaborando con il Giornale nazionale, e raccogliendo i suoi articoli in volumi.
Paludan è celebre soprattutto per il romanzo psicologico, in cui si dimostrò sensibile e acuto; la sua narrativa coniugò un misticismo romantico e popolare ad una polemica antiprogressista e antinaturalista.[1]
Paludan testimoniò il risveglio religioso avvenuto dopo la crisi del protestantesimo e la sopravvalutazione del progresso tecnico.[1]
Tra le altre sue opere, di vario genere, si ricordano Spiriti irrequieti (1943), Detto in breve (1954).
Opere
Le vie occidentali (1922);
Il fiore (1923);
Nel fascio di luce (1923);
Tutto un inverno (1924);
Uccelli intorno al faro (1925);
La terra è matura (1927);
Il paese dell'avanguardia (1928);
Tuono a sud (1932);
Sotto l'arcobaleno (1933);
Spiriti irrequieti (1943);
Detto in breve (1954).
Note
^abcdle muse, VIII, Novara, De Agostini, 1967, pp. 514-515.