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L'incidente si è verificato alle 19:38 del 3 ottobre 2023 presso il cavalcavia Rizzardi. Un autobus guidato da Alberto Rizzotto, 40 anni, originario di Conegliano, uscì di strada, sfondò il guard rail e precipitò in via dell'Elettricità, a fianco del fascio ferroviario della stazione di Venezia Mestre.[3]
Secondo i dati forniti dalla Prefettura di Venezia, a circa 24 ore dall'incidente, sono state identificate tutte le 21 vittime. La maggior parte delle vittime avevano meno di 50 anni ed erano tutte straniere ad eccezione del conducente italiano.[4] Tra di essi vi sono un neonato di un anno, una bambina di 12 anni e una ragazza minorenne.[5] Era inoltre presente una ventenne incinta in viaggio di nozze.[6]
Al 4 ottobre 2023, 17 persone risultano ricoverate negli ospedali del Veneto, di cui 15 feriti e 11 in terapia intensiva.[7] Dei feriti 5 sono molto gravi a causa di ustioni e vari traumi.[8]
Il mezzo di trasporto era un autobus Yutong E12 LF[9] a propulsione totalmente elettrica[10], alimentato da batterie al litio, con meno di un anno di servizio. Di proprietà della società "La Linea spa" (azienda del Gruppo FNM e Alilaguna)[10], era stato espressamente riservato ai clienti del campeggio "Hu" di Marghera.[9] Era stato prenotato inizialmente da 16 persone, ma poi vi erano saliti in 35.[11]
La notte stessa dell'incidente si è recato sul posto il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, che si è raccolto in preghiera innanzi a una ventina di vittime che ha poi benedetto.[12][13][14] Il patriarca ha chiesto a tutta la diocesi di pregare per le vittime e per i feriti.[8][15]
Il governatore della reigone Veneto Luca Zaia e il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro hanno indetto rispettivamente un lutto regionale[16] e uno comunale[17] di 3 giorni.
La Procura della Repubblica di Venezia ha aperto un'inchiesta contro ignoti per omicidio stradale plurimo colposo, con 3 persone iscritte nel registro degli indagati.[19]
L'autobus, il guardrail e la zona di caduta sono state poste sotto sequestro, in attesa dell'esame della scatola nera del mezzo, oltre alle batterie di alimentazione da cui è fuoriuscito del litio.[20][21]
L'amministratore delegato della società proprietaria del mezzo ha dichiarato che a bordo del veicolo era presente "un impianto che ha registrato dati, come quelli relativi alla velocità, alla posizione e alla frenatura, che restano salvati in cloud per sei mesi e messi a disposizione in tempo reale del Comune di Venezia" e che si sono manifestate "fiammelle che si sono autoestinte" e che "il problema è che prima di intervenire con i soccorsi è stato necessario attendere che le batterie della parte elettrica si abbassassero di temperatura".[10]
Le indagini, ancora in corso, si sono concentrate sulle condizioni del guard rail e della salute del conducente.[2][22]
Il procuratore Bruno Cherchi ha dichiarato: «Stiamo lavorando sulla dinamica dell'incidente che ha visto il bus toccare e scivolare lungo il guardrail per un cinquantina di metri, e infine, con un'ulteriore spinta a destra, precipitare al suolo. Non ci sono segni di frenata, né contatti con altri mezzi. Non si è verificato alcun incendio né dal punto di vista tecnico né c'è stata una fuga di gas delle batterie a litio che ha provocato fuoco e fumo».[23] Ha aggiunto che
"I testimoni hanno detto che andava piano, il tratto stradale prima è in salita e comunque, oggettivamente, non permette alte velocità. Comunque ci arriveranno i dati a certificare anche questo".[10]
Secondo la ricostruzione, il bus ha colpito la barriera ad una velocità molto ridotta (non più di 6 km/h), sfondandola con il suo peso e precipitando di sotto e ribaltandosi all'impatto con il terreno.[24]
Secondo l'assessore ai trasporti Renato Boraso, il pullman è caduto 50 metri dopo il varco, dopo aver strisciato sul guardrail, senza segni di frenata o di controsterzata".[25] Zaia ha dichiarato che "l'autista del bus era esperto"[26] e che "non ricordiamo quel tratto di strada come un tratto di incidenti".[27]
Entro il 5 ottobre viene conferito l'incarico di procedere all'autopsia, all'esame tossicologico e del cellulare dell'autista.[28]
Il guardrail appare a prima vista vetusto, arrugginito, ridotto allo stato di una ringhiera e quindi non idoneo a un tratto stradale ad alta percorrenza. Esso appartiene a un manufatto realizzato in più fasi fra i 50 e i 70 anni prima dell'incidente. Secondo il presidente dell'Asaps, il guardrail è a onda unica, pertanto molto meno resistente di un guardrail onda tripla, in grado di frenare la marcia di un mezzo che può arrivare a pesare 18 tonnellate, contenimento che peraltro dipende dall'angolatura dell'impatto.[29] Nel settembre 2023 era stato avviato un cantiere della durata prevista di 600 giorni e costo complessivo di oltre 6 milioni di euro, che per la prima volta prevedeva un vero rifacimento delle barriere stradali e la modifica del parapetto.[30][11]