L'incendio di Dervio del 1883 fu un tragico evento avvenuto a Dervio la sera del 24 giugno 1883, che provocò la morte di 51 persone per intossicazione da fumi e per ustioni.
All'interno di uno studio sulla sicurezza dei teatri pubblicato nel 1888, l'incendio di Dervio venne inserito nell'elenco dei 30 casi con il maggior numero di vittime tra il 1772 e il 1887.[1]
Antefatti
Per la sera di domenica 24 giugno, festività di san Giovanni Battista, venne organizzata una rappresentazione con marionette de Il martirio di santa Filomena. Il luogo della rappresentazione era uno stanzone di circa 40 metri quadrati, posto al piano superiore di una cascina di fronte alla trattoria Sollievo (oggi via Armando Diaz); al piano inferiore c'era una stalla con fieno.[2]
Il pubblico era formato da circa cento persone, soprattutto donne e bambini.
Dinamica degli eventi
Al culmine della rappresentazione, con l'apoteosi della santa, il marionettista utilizzò bengala che provocarono alcune fiamme. Il Sartirana gridò «Al fuoco!», ma gli spettatori inizialmente pensarono che fosse parte dello spettacolo. Pochi ebbero la prontezza di utilizzare le finestre per salvarsi; molti si diressero alla porta d'uscita, in parte ostruita da un tavolino.
Vittime
Si contarono 51 morti su 940 abitanti.
Antonio Alippi (11), scolaro
Corinna Andreani (6), scolara
Ottorina Andreani (14), casalinga
Alessio Balbiani (56), assessore comunale
Anselmina Balbiani (10), scolara
Caterina Buzzi (46), giornaliera
Paola Buzzi (68)
Quirico Buzzi (52)
Augusto Carrera (1)
Teresa Carrera (7), scolara
Caterina Cassinoni (11), scolara
Giacomo Cassinoni (17), cartaio
Olfrida Cassinoni (18), filatrice
Elisabetta Castelli (34), filatrice
Rachele Castelli (25), giornaliera
Giovanni Cattaneo (62), sarto
Rosina Cattaneo (7), scolara
Maria Cereda (21), cucitrice
Carlo Dettamanti (47), calzolaio
Cecilia Dettamanti (19), filatrice
Federico Dettamanti (11), scolaro
Giuseppe Dettamanti (12)
Olimpia Dettamanti (19), filatrice
Luigia Ganzinelli (33), casalinga
Pierina Gottardi (8), scolara
Luigia Locatelli (55), cucitrice
Emilio Lorice (32), fabbro ferraio
Pierina Lorice (5), scolara
Luigi Magnoni (10), scolaro
Carlo Manzi (13), giornaliero
Maria Orio (44), casalinga
Giovanni Paruzzi (13)
Martina Paruzzi (60), casalinga
Angela Raimondi (35), casalinga
Angiola Ravellia (22), filatrice di seta
Carlo Ravellia (29), calzolaio
Eufrasia Ravellia (15), filatrice di seta
Gerolamo Ravellia (63), messo
Maria Ravellia (35), casalinga
Virginia Ravellia (18), filatrice di seta
Giulia Ronzoni (52), moglie del Sartirana
Giuseppe Rusconi (12), scolaro
Maddalena Tagliaferri (37)
Celeste Torri (15), bracciante
Geremia Torri (57)
Edvige Vasti (36), casalinga
Fulvia Vasti (55), giornaliera
Anacleto Venini (5)
Rosa Venini (22), operaia giornaliera
Domitilla Viglienghi (15)
Virginio Vitali (24), cartaio
Nel cimitero di Dervio è presente un monumento a ricordo delle vittime dell'incendio.
La tragedia acuì le tensioni tra le fazioni politiche. Già nei giorni precedenti all'incendio alcuni quotidiani segnalarono come il parroco don Fogliani durante la predica avesse accusato i membri della giunta di essere «ubriachi, massoni, ignoranti, ladri» per aver utilizzato l'oratorio di San Quirico per le elezioni politiche e per il passaggio di truppe.[5]
Il 15 dicembre 1883 si concluse il processo contro l'ex sindaco Antonio Porta, accusato di negligenza e imprevidenza, e contro il marionettista Sartirana. Per l'ex sindaco fu stabilito il non luogo a procedere, mentre il Sartirana fu condannato a una multa.[6] Il marionettista, che aveva perso tutto nell'incendio, fu poi graziato dal re Umberto I.[7]