Ibou Ibrahima Ndoye (Dakar, ...) è un artista senegalese.
Ibou Ibrahima Ndoye, artista di fama internazionale, ha ottenuto numerosi riconoscimenti e le sue opere sono state esposte a diverse edizioni della Biennale di Dakar. È stato menzionato nelle edizioni 2006 e 2009 di “Who'who in Black Cincinnati”, pubblicazione che documenta risultati significativi e importanti conseguiti dagli afro-americani. Ha eseguito ritratti per il politico Mark Mallory, e il suo lavoro è presente in diverse collezioni in Africa e negli USA.
Ibrahima, comunemente noto come "Ibou", nasce alla periferia di Dakar, primogenito di una famiglia di quattro fratelli. Fin da giovanissimo, ha sempre vissuto in un ambiente creativo e pieno di colori: la madre lavorava come sarta, mentre la nonna era un'artigiana che si occupava della tintura di cravatte. Laureatosi nel 1984 presso la Scuola di Belle Arti di Dakar, inizia la sua carriera di pittore in quel periodo che in Senegal prende il nome di Sét Sétal, un movimento che si riproponeva di migliorare la qualità della vita incoraggiando gli artisti ad abbellire l'ambiente urbano attraverso murales sugli edifici, ed è in questo periodo che realizza diversi murales nella città di Pikine, alcuni dei quali sono stati selezionati per apparire nel documentario del 1990 di produzione francese intitolato “Seet Setal”. Successivamente, i suoi interessi cambiano e inizia a dedicarsi alla pittura su vetro. Alla fine degli anni ottanta si trasferisce in Europa, dove trascorre dieci anni prima di trasferirsi negli USA nel 1997. Lavora con Oldrich Teply al famoso Art Student League School di New York City e ha modo di conoscere cui il ritrattista John Howard Sanden. Alla fine degli anni novanta, Ibou inizia ad esporre il suo lavoro presso gallerie ed esposizioni itineranti in Africa ed in Europa, e dal 1996 ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Dakar, per l'esposizione intitolata “Il Salone della pittura su vetro”. Nel 1998 si trasferisce a Cincinnati, nell'Ohio, dove diviene membro dell'Art Consortium of Cincinnati and Art for City Walls, un consorzio di artisti provenienti da tutta la regione dell'Ohio Tristate. L'anno successivo ritorna in Senegal, dove rimane fino al 2000 per tenere dei workshop di pittura sul vetro presso la El Hadji Doudou Mbath Primary School e al National Council of YMCA di Dakar. Tornato negli USA, nel 2001 ha tenuto diversi corsi di pittura destinati a persone disabili presso l'”Allen Special Needs Camp” a Bedford, nel New Hampshire. Trasferitosi a Rhode Island, ha lavorato come insegnante d'arte per un programma intitolato "Bambini a rischio", gestito dal Programma Urbano Collaborative Accelerated (UCAP). Nel 2003, insieme a Jaclyn Pedalino, ha realizzato un blog su Myspace chiamato “IbouArt!”, allo scopo di divulgare informazioni sull'offerta culturale del West Africa. È stato recentemente accettato fra i membri del California Public Art and Mural Society(CALPAMS) Attualmente, Ibou Ndoye vive a Jersey City (New Jersey) ed espone regolarmente le sue opere negli Stati Uniti, in Africa e in Europa, oltre a tenere laboratori di pittura su vetro presso biblioteche, scuole, case di cura e musei.
Nel suo lavoro, Ibou Ndoye è riuscito a creare uno stile unico abbinando modernismo e tradizionalismo. Dopo aver iniziato la sua carriera di pittore all'interno del movimento Sét Sétal e realizzato diversi murales, Ibou si interessa alla pittura su vetro, seguendo una tecnica tradizionale importata dal Medio Oriente cento anni prima, ma rinnovandone l'iconografia: se in passato le raffigurazioni della pittura su vetro consistevano prevalentemente in scene religiose, dopo aver ottenuto indipendenza dai colonizzatori francesi nel 1960, lo stile tradizionale viene rielaborato da un gruppo di coraggiosi artisti, fra cui appunto Ibou Ndoye, capaci di sfidare la tradizione con l'aggiunta di un nuovo apparato iconografico e un nuovo stile astratto. Tuttavia, fu solo nei primi anni novanta che una terza ondata di pittori vetro emerse a Dakar, e lo stile tradizionale venne ulteriormente rielaborato: Ibou Ndoye, per esempio, si interessa alla creazione di nuove texture utilizzando vetri di forma irregolare ed incorporandovi anche altri materiali come fili di rame, bottiglie rotte, legno, osso e pelle.[1] Durante il soggiorno americano (si trasferisce negli USA nel 1997) si inaugura una nuova fase del suo lavoro: inizia ad utilizzare anche materie plastiche e materiali come lattine e scatole di detersivo come supporto per i suoi dipinti, i quali raffigurano spesso temi icnonografici africani. Ha eseguito anche ritratti su commissione, fra cui quello del politico Mark Mallory, e quello del rapper Birdman.
L'artista ritiene che le sue opere siano la rappresentazione di valori socio-culturali, e che la sua arte abbia quindi una funzione sociale. Nel suo lavoro, subisce l'influenza del proprio patrimonio culturale d'origine, dei colori vivaci e dello stile decorativo senegalese.[2]
“Fragmentations,” Dusk's Gallery, Jersey City, NJ