Figlio di David Béhart-Hasson e di Amélia Taral, Guy Béart visse in varie città d'Europa e del Messico - per il lavoro di suo padre, contabile - prima di stabilirsi in Libano, dove seguì la maggior parte dei suoi studi, fra i dieci e i diciassette anni, età nella quale ottenne il baccalaureato francese in matematica nel collegio internazionale di Beirut, prima di partire per Parigi.
Iscritto alla Scuola Nazionale di Musica di Parigi, imparò a suonare numerosi strumenti (come il violino e il mandolino). Contemporaneamente seguì i corsi del Lycée Henri-IV, in classi preparatorie per le materie matematica superiore e matematica specialistica. Successivamente si iscrisse alla Scuola Nazionale dei ponti e strade, da cui uscì nel 1952 con un diploma d'ingegnere, iniziando a lavorare nell'ufficio studi dell'impresa Sainrapt et Brice, dove diresse in particolare la costruzione di un ponte a Maxéville (vicino a Nancy) per l'accesso alle cave Solvay.
Guy Béart entrò nel mondo della canzone a partire dal 1954, esibendosi nei cabaret parigini della Rive gauche, tra cui La Colombe di Michel Valette o Les Trois Baudets di Jacques Canetti, che lo scritturò per la sua casa discografica Philips nel 1957, con la quale incise il brano Bal chez Temporel, le cui parole prendevano spunto dal poema Le Tremblay di André Hardellet. Questo primo successo gli fa vincere, nel 1958, il Grand Prix du disque de l'Académie Charles-Cros, a cui faranno seguito numerosi altri, come L'Eau vive e Qu'on est bien (1958), Les Grands Principes (1965), Le Grand Chambardement (1967), La Vérité (1968), divenuti classici del suo repertorio. In seguito registrò due album di canzoni francesi tradizionali, tra cui Vive la rose. Inoltre scrisse per numerosi artisti (Patachou, Zizi Jeanmaire, Juliette Gréco, che cantò Chandernagor e Il n'y a plus d'après).
Divenuto produttore e presentatore, sul primo canale TV della ORTF, nel suo talk show Bienvenue chez Guy Béart, ospitò a partire dal 1966 numerosi artisti e personalità dell’epoca, fra i quali Duke Ellington e Simon & Garfunkel.
Un cancro lo fece allontanare dalla scena per parecchi anni, tornando poi nel 1986, con Demain je recommence. Nello stesso anno, partecipò al programma Apostrophes dove, discutendo con Serge Gainsbourg sulla questione della canzone come arte maggiore o arte minore, animò un celebre alterco.
L'anno seguente, pubblicò il libro autobiografico L'Espérance folle in cui evocava la propria malattia: grazie a questo ricevette il Premio Balzac.
In piena guerra del Libano, nel giugno 1989, tornò a Beirut sui luoghi della sua infanzia dove si trovò davanti a un campo di macerie. Qui cantò la canzone Liban libre, scritta e composta per l'occasione, partecipando poi a una manifestazione organizzata in Francia in favore della pace.
Nel 1994, fu premiato dall'Académie française, che gli assegnò il Grand Prix per la canzone francese (Médaille de vermeil) per le sue opere.
Nell'agosto del 1998, fu membro del comitato d'onore del Congresso universale di esperanto a Montpellier, essendo lui stesso simpatizzante dell'esperanto. Nel 1999 tornò sulla scena al Teatro Bobino, dove eseguì alcuni concerti, poi pubblicati in un album live, En public.
Nel 2010, dopo quindici anni lontano dagli studi di registrazione, uscì Le Meilleur des choses, con riferimenti ai suoi «anni di vacche magre» durante i quali dovette vendere un appartamento e numerosi mobili. Supportato da una grande promozione che lo vide nello show On n'est pas couché di Laurent Ruquier o nel programma televisivo «Journal de 13 heures» di France 2, l'album si classificò al 60º posto dei Top Album restandovi per dieci settimane, da fine settembre a fine dicembre 2010. La casa discografica ne approfittò per pubblicare, nello stesso tempo, una raccolta comprendente i migliori successi in tre CD.
Il 17 gennaio 2015, Guy Béart diede l'ultimo concerto della sua carriera all'Olympia, con solo tre musicisti al suo fianco, tra cui Roland Romanelli. Lo spettacolo durò quattro ore, arricchito di aneddoti fra un brano e l'altro. Molti invitati entrarono in scena, tra i quali Julien Clerc, che interpretò il brano Vous, e la figlia di Guy, Emmanuelle Béart.
Guy Béart, in preda a una crisi cardiaca, cadde in strada il 16 settembre 2015, a Garches (Hauts-de-Seine) senza poter essere rianimato. È sepolto a Garches.
Vita privata
Il 7 marzo 1959 a Neuilly-sur-Seine Guy Béart sposò Cécile de Bonnefoy du Charmel, appartenente alla nobiltà dell'Impero francese, figlia di Aymar de Bonnefoy, sesto barone di Charmel, e di Paula Faraut. Il 10 luglio dello stesso anno nacque la loro figlia, Ève, che diventerà creatrice di gioielli. Divorziarono nel luglio 1960. Iniziò una relazione con l’attrice e ex-mannequin Geneviève Galéa; la loro figlia, la futura attrice Emmanuelle Béart, nacque il 14 agosto 1963, a Gassin (Var).
Discografia
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