A Guglielmo è stato anche attribuito il dipinto della Madonna delle Grazie attualmente nella cattedrale di Forlì.
Guglielmo avrebbe lavorato anche nell'abbazia di San Mercuriale: infatti, come ricorda Giordano Viroli, per alcuni affreschi trecenteschi ("cinque Santi, tra cui un San Lodovico di grande suggestione", attualmente nella Pinacoteca civica di Forlì, con attribuzione incerta) "che si trovavano nell'antica cappella greca dedicata appunto al santo re, è stato fatto il mitico nome di Guglielmo"[1]. Nella navata sinistra dell'Abbazia è ancora visibile un frammento di affresco a lui attribuito.
Anna Tambini gli attribuisce anche l'affresco del Giudizio universale o Trionfo della Croce presente nella chiesa di Tossino, presso Modigliana, il cui autore, finora non identificato, è normalmente indicato come Maestro di Tossino[2].
È citato dal Vasari nella sua opera Le vite de' più eccellenti pittori, scultori ed architettori, V, 39.
Note
^Cf. G. Viroli, Per un modello di cultura figurativa. Forlì, città e museo, Istituto per i beni artistici culturali naturali della Regione Emilia-Romagna - Comune di Forlì, Bologna 1980, p.48.
^A. Tambini, Puntualizzazioni e scoperte per la pittura a Modigliana. Novità per Curradi, Vignali, Guercino, Pistocchi, Zampa, in Studi romagnoli, vol. 64 (2013), pp. 113-161. Si veda, in particolare, il paragrafo Il Maestro di Tossino e il forlivese Guglielmo degli Organi, alle pp. 114-115.