Restaurò l'Inferno dell'Orcagna nel Camposanto di Pisa nel 1539, e fu autore di poche opere certe, da cui è stato estratto un corpus che lo colloca tra i pittori minori del primo Cinquecento toscano, dal gusto arcaizzante, legato ancora all'esempio di Alesso Baldovinetti e Domenico Ghirlandaio, sebbene aggiornato a qualche influsso della pittura umbra coeva.