Il Fronte Nazionale dei Cechi e degli Slovacchi (in ceco Národní fronta Čechů a Slováků; in slovacco Národný front Čechov a Slovákov), noto anche come Fronte Nazionale (in ceco Národní fronta; in slovacco Národný front), è stata la coalizione di partiti antifascisti che guidarono la Cecoslovacchia dal 1945 al 1948.[1][2][3] Durante il governo comunista, fu l'unica coalizione autorizzata e il veicolo per il controllo delle attività politiche e sociali da parte del Partito Comunista Cecoslovacco (KSČ).
Con l'inizio della seconda guerra mondiale, la Cecoslovacchia scomparve dalla mappa dell'Europa. Le terre ceche divennero il protettorato di Boemia e Moravia sotto il diretto dominio della Germania nazista, mentre la Slovacchia divenne un suo Stato satellite.
Dopo la liberazione sovietica del territorio cecoslovacco, nel marzo 1945 a Košice i comunisti e il governo in esilio di Edvard Beneš (Partito Nazionale Sociale Ceco) giunsero ad un accordo per delineare la creazione di una coalizione di governo per la terza repubblica cecoslovacca.[4] Il "Fronte Nazionale" fu creato il 5 aprile 1945 e nello stesso giorno fu istituito il primo governo della Cecoslovacchia liberata con primo ministro il socialdemocratico Zdeněk Fierlinger.[1][4][5]
Il Fronte era dominato dai partiti socialisti o di sinistra: il Partito Comunista (con importanti cariche ministeriali), il Partito Nazionale Socialista e il Partito Socialdemocratico. I partiti di destra come il Partito popolare slovacco fu messo al bando a causa della sua collaborazione con i nazisti.[5] Il governo decise di non consentire la ricreazione di altri partiti prebellici, come il Partito Repubblicano degli Agricoltori e dei Contadini, a causa del suo ruolo guida del Partito di Unità Nazionale.[5]
Dopo la vittoria del Partito Comunista Cecoslovacco alle elezioni parlamentari del 1946, il segretario Klement Gottwald divenne primo ministro.[5][6][7]
Nel periodo transitorio del 1945-1948 sorsero molti conflitti tra il KSČ e i restanti partiti del Fronte Nazionale. Il KSČ prese definitivamente il potere in Cecoslovacchia il 25 febbraio 1948. Gli altri partiti furono rapidamente epurati e tutti i membri del Fronte accettarono il "ruolo guida" del KSČ come condizione per la loro esistenza.[2][8]
I membri non socialisti del Fronte potevano continuare le loro attività senza andare in contrasto con il KSČ, che manteneva il potere reale in Cecoslovacchia.[8]
Nel 1969, la Cecoslovacchia fu riorganizzato come una federazione della Repubblica Socialista Ceca e della Repubblica Socialista Slovacca.[3] Vennero quindi istituite organizzazioni separate del Fronte Nazionale per ciascuna repubblica federale,[3] che hanno nominato candidati per il Consiglio nazionale ceco e il Consiglio nazionale slovacco.[2]
Dopo la rivoluzione di velluto del 1989, il Fronte Nazionale aprì a un governo di coalizione con il Forum Civico di Václav Havel, alle elezioni libere nel 1990 e alla nomina di Havel alla presidenza della Cecoslovacchia.[9][10] Il Fronte Nazionale venne sciolto il 7 febbraio 1990.[1]
I partiti membri del Fronte Nazionale furono:[2]
1948-1990: Socialismo cristiano
Oltre ai partiti politici, dopo il 1948 il Fronte Nazionale includeva anche tutte le organizzazioni di massa consentite dalla legge.
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