François-Nicolas Vincent è stato una figura significativa nella Rivoluzione[1].
Figlio di un custode di un carcere parigino, è impiegato presso un avvocato per cinque anni. All'inizio della Rivoluzione, vive miseramente in una piccola stanza a Parigi, rue de Tournon. È il più giovane degli uomini seguaci di Jacques-René Hébert. Vincent, insieme al compagno Charles Philippe Ronsin, porta la rivoluzione nel paese, diventando rivoluzionario in missione. Si fa preso conoscere come un leader Sanculotto radicale e uno dei membri di spicco della fazione degli Hébertisti.
Al suo ritorno a Parigi, Vincent è diventato uno dei primi membri del club dei Cordiglieri e fu presto eletto segretario-cancelliere.
Nominato Segretario dell'Assemblea elettorale di Parigi l'11 novembre 1792, ottenne, il 28 febbraio 1793, le funzioni di Commissario delle guerre, che rifiutò, preferendo rimanere a Parigi. Più tardi, fu nominato Commissario all'armata dell'ovest di Berruyer, funzione che sembra non abbia effettivamente occupato. In aprile 1793, al momento del suo arrivo presso il Ministero della guerra, Bouchotte lo nomina segretario generale del dipartimento della guerra, una funzione che mantenne fino al suo arresto il 27 frimaio anno II (17 dicembre 1793), su ordine del Comitato di sicurezza generale. Soprattutto con questa posizione riempie gli uffici del Ministero di patrioti rivoluzionari conclamati. È questo lavoro che ha permesso a Vincent di portare più potere ai sanculotti.
Jacques Hébert, redattore e editore del Le Père Duchesne, ha trascinato Vincent, tra gli altri, in una campagna contro quello che ritenevano la molle "moderazione" del Comitato di salute pubblica, insieme con i tentativi di sostegno alla campagna di "de-cristianizzazione" in Francia. Vincent ha sostenuto il rovesciamento di Maximilien Robespierre, e quando lui e i suoi compagni Hebertisti sono percepiti pericolosi per la loro opposizione, Robespierre ha reagito con gli arresti e il processo per "attività di tradimento". Gli Hebertisti, insieme ad alcuni dei loro amici e compagni, sono stati accusati di aver tentato di rovesciare il Comitato di salute pubblica per favorire il ristabilimento della monarchia e di cospirare con gli stranieri per abbattere la Repubblica. Nessuna prova tangibile è stata prodotta a sostegno di tali accuse ma, anche così, Vincent e i suoi compagni Hebertisti sono stati giudicati colpevoli e condannati a morte dopo un processo svoltosi tra il 21 e il 24 marzo.
^Doyle, 1989; p.270. |"Il processo ha avuto luogo tra il 21 e il 24 marzo, il suo risultato era scontato. Tra coloro che sono andati al patibolo con "Pere Duchesne" (Hebert) nel pomeriggio della ventiquattresima erano Vincent, Ronsin, e il leader della sezione Marat, Momoro."
Bibliografia
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(DE) Simon Schama: "Der zaudernde Citoyen - Rückschritt und Fortschritt in der französischen Revolution", München, 1989.
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(EN) Paul R. Hanson, Historical Dictionary of the French Revolution (Scarecrow Press, 2004).
(EN) Andress, David. The Terror: The Merciless War for Freedom in Revolutionary France. (New York: Farrar, Straus and Giroux, 2006) ISBN 9780374273415
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(EN) McNamara, Charles B. "The Hebertists; study of a French Revolutionary 'faction' in the reign of terror, 1793-1794". (New York: Fordham University, 1974).