Nel corso della XIV Legislatura è vicepresidente del gruppo misto-Nuovo PSI al Senato, membro della Commissione Industria, Commercio, Turismo e della Commissione d'inchiesta sul fenomeno della mafia.
Al congresso di partito dell'ottobre 2005 ha contrastato la mozione del segretario Gianni De Michelis e si è schierato dalla parte di Bobo Craxi, sostenendo la necessità di dichiarare conclusa l'alleanza con la Casa delle Libertà.
Così, a febbraio 2006, ha partecipato alla scissione interna al Nuovo PSI aderendo alla nuova formazione politica denominata I Socialisti, alleata dell'Unione, che, per le elezioni 2006, lo ha ricandidato nella circoscrizione calabrese. Tuttavia i Socialisti non hanno ottenuto alcun seggio, in quanto non hanno superato gli sbarramenti previsti alla Camera e al Senato.
Ha ricoperto il ruolo di segretario regionale del partito calabrese de I Socialisti ed era stato indicato dal Presidente del partito come possibile sottosegretario in quota I Socialisti nel Governo Prodi. Conclusasi negativamente l'esperienza per il suo ingresso nel Governo Prodi e quella per l'unità socialista si ferma per 1 anno intero.
Oggi è membro del direttivo regionale calabrese del PDL e collaboratore presso Palazzo Chigi. Nel 2010 tenta la corsa per uno scranno di consigliere regionale il fratello Pietro, già sindaco per molti anni nel comune di nascita Casignana. Il fratello diventa primo dei non eletti per soli 70 voti ma nel 2013, dopo l'elezione dell'Onorevole Bilardi a Senatore della Repubblica grazie alla spinta dei 5.000 voti della Jonica andati alla lista Grande Sud dove Franco Crinò era candidato al numero 3, Pietro Crinò diventa Consigliere Regionale. Oggi Franco Crinò è ancora protagonista della vita politica calabrese grazie al successo delle regionali e alla costanza dimostrata dentro il centrodestra calabrese.