Il cacciatorpediniere Bditelnyi nel 1904 a Port Arthur
La flotta del Pacifico venne coinvolta in vari eventi bellici importanti, compresa la guerra russo-giapponese del 1904-05 che vide Port Arthur come principale porto operativo russo. Durante la guerra vi furono vari episodi sanguinosi al termine della quale i russi persero Port Arthur e la flotta del Pacifico dovette usare come base principale Vladivostok, dopo aver perso buona parte delle sue unità maggiori e molti equipaggi esperti.
Rivista navale del 2006 per il 275º anniversario della flotta
La prima guerra mondiale vide il disfacimento della marina russa, compresa la flotta del Pacifico; con l'Intervento in Siberia da parte di una coalizione per due anni, dal 1918 al 1920, vi fu anche l'occupazione del porto di Vladivostok che impedì qualunque operazione navale alla neonata Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa. Ricostituita la flotta, fu ancora il Giappone la principale minaccia ma la tardiva dichiarazione di guerra sovietica al Giappone durante la seconda guerra mondiale impedì il confronto tra le due flotte. Alcune unità giapponesi dopo la fine della guerra vennero cedute all'Unione Sovietica in conto riparazioni ai danni di guerra; tra esse il cacciatorpediniere Hibiki che venne rinominato Pritky[2].
Successivamente l'aviazione navale sovietica divenne una potente forza aerea, con bombardieri a lungo raggio destinati agli attacchi antinave come i Tupolev Tu-22M noti nella NATO come Backfire, di cui alcuni reggimenti vennero schierati nei campi di volo della flotta del Pacifico; i campi di volo attorno a Vladivostok o nell'isola di Sachalin sono ancora a tutto il 2016 operativi anche se con numeri di aerei molto ridotti.
Navi della Flotta del Pacifico a Vladivostok nel 1990.