«Il seraix honteux au duc de venger les injures fàites au comte»
(IT)
«Sarebbe un'onta per il Duca, vendicare le offese fatte al Conte»
(Affermazione attribuita a Filippo II di Savoia quando, da conte che era, divenne duca di Savoia[2])
Il soprannome di Filippo senza Terra gli fu assegnato dallo storico Pingon circa un secolo dopo la sua morte perché non gli era stata assegnata alcuna terra in appannaggio fino a tarda età.[3]
Brigò contro la cognata Iolanda di Valois per ottenere la reggenza del ducato sabaudo, ereditato dai nipoti minorenni, finché non si estinse la discendenza dei suoi fratelli e poté aspirare lui stesso al trono ducale.
Filippo fu inviato diciottenne a Reims in rappresentanza del padre, duca di Savoia, quando, nell'agosto 1461, Luigi XI fu incoronato re e rimase alla corte del cognato (la moglie di Luigi XI era sua sorella Carlotta).[3]
All'inizio del 1462 Luigi XI gli affidò il comando di cento lance, che avrebbe dovuto condurre ad Asti in preparazione alla spedizione per occupare Genova. Ad Asti alcuni baroni, tra cui l'ex cancelliere Antonio di Romagnano, cercarono di impadronirsi del ducato di Savoia con manovre che apparentemente avevano lo scopo di liberare il duca Ludovico dai cortigiani disonesti e riuscirono a far compiere l'impresa a Filippo.[3] Questi, con il suo manipolo di armati, varcò rapidamente le Alpi e si presentò al castello di Thonon, residenza di Ludovico di Savoia, fece uccidere il maresciallo di Varax, catturò il cancelliere Giacomo Valperga, cui estorse con la tortura una confessione di aver praticato la stregoneria e che fece uccidere subito dopo. Cercò quindi di convincere il padre, inorridito da questo comportamento, che aveva agito nel suo interesse, con il consenso del re di Francia.[4]
Il suo comportamento irritò grandemente Luigi XI, che lo convocò a corte e, fattolo catturare sulla strada di Orléans, lo fece rinchiudere nel castello di Loches (1464) ove rimase prigioniero per quasi due anni.[4]
Filippo, nella contesa fra Luigi XI di Francia e il duca di Borgogna Carlo il Temerario, si alleò con quest'ultimo, lottando aspramente con la cognata Iolanda di Valois, che aveva lasciato Chambéry per Montmélian prima e Grenoble poi, abbandonando così il duca Amedeo IX nelle mani di Filippo.[5] Dopo lunghe lotte, Luigi XI, insospettito da contatti segreti di Iolanda con i borgognoni, si affrettò a far da paciere fra Filippo e Iolanda: la pace fu fatta e quest'ultima rientrò a Chambéry nell'agosto del 1471, per poi spostarsi a Vercelli. Meno di un anno dopo però, Amedeo IX morì e Iolanda divenne reggente del ducato in nome del figlio settenne, Filiberto.[6]
Filippo per molti anni contese a sua cognata la reggenza del ducato, ereditato dai giovani nipoti Filiberto I e Carlo I, finché non riuscì a ottenerla nel 1481. Un anno dopo moriva l'erede del ducato, Filiberto.
Nel 1494 Filippo accompagnò re Carlo VIII nella spedizione contro il reame di Napoli e, dopo la ritirata alla testa dei francesi, difese Novara contro l'esercito milanese di Ludovico il Moro.
Con la morte del piccolo nipote Carlo Giovanni (1496) si estinse la linea dinastica del duca Amedeo IX di Savoia (il cosiddetto primo Ramo ducale), perciò ereditò il trono proprio Filippo, in quanto fratello ancora in vita dello stesso Amedeo IX. Con lui ebbe quindi inizio il secondo ramo ducale dei Savoia, o Ramo della Bressa (detto anche Branca di Bresse).
Morte
Filippo II morì a Chambéry dopo appena 18 mesi di regno e fu sepolto all'Abbazia di Altacomba. Oggi, però, vi sussistono le sole pietre tombali del conte, da quando l'abbazia fu devastata dai giacobini, che violarono la sua tomba e distrussero i suoi resti, insieme a quelli di altri Savoia.