In araldica, la fiamma è rappresentata da una lingua di fuoco che termina con tre punte, montante e ondeggiante[1], e simboleggia purezza, candore, fama preclara e nobiltà di natali.
Il termine fiamma designava anche le banderuole, lunghe biforcate e appuntite, che si mettevano sulle antenne delle navi. A questa famiglia di banderuole apparteneva anche l'orifiamma che aveva dapprima tre e poi due sole code (o punte) di colore rosso fuoco, con un sole d'oro e nappe verdi.
Uso
Se la fiamma è rappresentata da sola, è tondeggiante di sotto; ma di solito esce da una figura (vaso, fiaccola, vulcano, eccetera) che si dice accesa di [rosso, di norma]. Se la figura è un cannone, di cui si vede la fiammata dello sparo, si dice tonante di…, mentre se si tratta di un animale o mostro che emette fiamme dalle fauci — come avviene talvolta per il drago, l'idra e simili — si dice ignivoma[2]. In alternativa, si può usare il termine fiammeggiante[3].
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Fiamma nascente dalla punta (stemma di
Busto Arsizio)
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D'azzurro, alla fascia ondata d'argento, accompagnata da tre fiamme al naturale (stemma di
Sabbia dal 1970 al 2017)
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Cuore cinto spine e con fiamma (
Coração de Jesus, Portogallo)
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Botte da cui escono fiamme (
Kokkola, Finlandia)
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Botte da cui escono fiamme (
Nykarleby, Finlandia)
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Raggi terminanti in fiamme (
Lahti, Finlandia)
Note
Bibliografia
- Luigi Volpicella, Dizionario del linguaggio araldico italiano, a cura di Girolamo Marcello del Majno, presentazioni di Luigi Michelini di San Martino et al., disegni dell'autore, Udine, Paolo Gaspari, 2008 [concluso negli anni 1940], pp. 153-154, ISBN 88-7541-123-9, SBN MIL0767647.
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