Il primo tratto di quella che sarebbe poi divenuta la Linha do Sul, fu la ferrovia di Setúbal, che collegò la stazione di Pinhal Novo, posta nel Caminho de Ferro do Sul e Setúbal inaugurato il 1º febbraio 1861 dalla Companhia Nacional de Caminhos de Ferro ao Sul do Tejo; lo scartamento di tale tratta fu quello ordinario (1440 mm) come tutti gli altri realizzati dalla detta compagnia[3][4]. Lo stesso anno fu raggiunta Vendas Novas[5] ma, essendo differente lo scartamento (largo), si determinava la necessità di trasbordi o di trasferimento dei carichi di merci con evidenti spesa di tempo[6]. La soluzione del governo fu quella di fondere le due compagnie e uniformare lo scartamento; la Companhia Nacional fu quindi acquistata dallo Stato alla fine del 1861, vendendo poi i diritti e le concessioni alla Companhia do Sueste nel 1864[7]. L'anno dopo iniziò l'adeguamento dello scartamento includendo il Ramal de Setúbal[8]. Entro un biennio fu aperta la stazione di Pinhal Novo e ne venne realizzata una nuova a Setúbal in sede differente[9].
Tratta Setúbal-Funcheira
Nel 1877 l'ingegnere e politico Sousa Brandão sostenne la necessità di prolungare la ferrovia da Setúbal all'Algarve,
in quanto rappresentava l'itinerario più veloce da Lisbona, rispetto a quello via Beja della ferrovia meridionale, era di facile costruzione e attraversava aree forestali e di alta produzione mineraria e agricola[10].
Il governo avviò il progetto mediante due leggi, del 29 marzo e del 17 settembre 1883; lo Stato avrebbe costruito il tratto tra la stazione di Setúbal e il fiume Sado ma l'autorizzazione giunse solo con la legge del 14 luglio 1899 e il finanziamento del 12 luglio 1901, a condizione che il comune di Setúbal approntasse il terrapieno su cui costruire la stazione del fiume[10].
La Linha do Sado (nome del progetto) venne inserita il 27 novembre 1902, nel "Plano Oficial da Rede ao Sul do Tejo", con punto di partenza Pinhal Novo[10]; fu considerata come alternativa alla Linha do Alentejo (Linha do Sul) e come itinerario diretto per Algarve, oltre che importante per l'agricoltura e per l'industria mineraria della valle del Sado.
Nel 1907 fu terminata la linea tra Setúbal e il fiume Sado, sulla sponda del quale venne costruita una stazione. Nel 1909 venne emanata una legge per il proseguimento su Garvão[10]. Il progetto di variante tra Cachofarra e Gâmbia fu presentato da Caminhos de Ferro do Estado il 4 giugno 1912 e approvato il 14 giugno fino ad Alcácer do Sal[11].
La costruzione della ferrovia del Sado iniziò da Garvão l'11 settembre 1911 raggiungendo Alvalade nell'agosto del 1914, Lousal il 1º agosto 1915, Canal Caveira il 20 settembre 1916 e Grândola il 22 ottobre; una stazione provvisoria fu approntata ad Alcácer do Sal sulla sponda meridionale del fiume Sado il 14 luglio 1918; l'innesto definitivo con la Linha do Sul fu realizzato nella stazione di Funcheira agli inizi del 1919[10].
La linea raggiunse la riva settentrionale del fiume Sado il 25 maggio 1920, con l'apertura della stazione definitiva di Alcácer do Sal, raggiunta mediante un ponte provvisorio attraversato con molte limitazioni; il ponte definitivo fu inaugurato il 1º giugno 1925[10][12].
Incidente ferroviario del rapido dell'Algarve
Il 13 settembre 1954, tra la fermata di Pereiras e la stazione di Santa Clara-Sabóia, deragliò il treno rapido dell'Algarve, provocando una trentina di morti e 50 feriti[13].
Ammodernamenti e potenziamento
Alla fine del 2001 iniziarono i lavori di rinnovamento della linea. Nel 2004 si concluse la ricostruzione integrale e l'elettrificazione della ferrovia tra Pinhal Novo e Tunes consentendo l'effettuazione di servizi Alfa Pendular con punte di 220 km/h raggiungibili in alcune tratte. Anche l'aumento della potenzialità derivante dalle infrastrutture più moderne consentì l'effettuazione di treni merci di 2 200 t sulla Variante di Alcácer.
Variante di Alcácer
La variante di tracciato venne realizzata tra il 2007 e il 2010 con un finanziamento di circa 159 milioni di euro[14]. La variante ha la lunghezza di circa 29 km e comprende quattro viadotti di cui il primo di 852 m e il terzo, sul fiume Sado, di circa 2 735 m. La variante inizia in prossimità della stazione di Pinheiro e si allaccia al vecchio percorso al chilometro 94+700 con un risparmio di circa 6 km di percorso[14]. È stata predisposta per il raddoppio del binario.
Caratteristiche, percorso
La linea è tra le più importanti della rete portoghese.
Traffico passeggeri
Tra Campolide e Setúbal si svolge un intenso traffico di convogli sia delle CP che dell'impresa privata Fertagus la cui concessione per i servizi suburbani risale alla fine del 2010.
^ Carlos Manitto Torres, A evolução das linhas portuguesas e o seu significado ferroviário, in Gazeta dos Caminhos de Ferro, vol. 70, n. 1683, 1º febbraio 1958, pp. 75, 76.
^abcdef Carlos Manitto Torres, A evolução das linhas portuguesas e o seu significado ferroviário, in Gazeta dos Caminhos de Ferro, vol. 70, n. 1684, Lisbona, Gazeta dos Caminhos de Ferro, 16 febbraio 1958, pp. 91, 92.
^Portogallo, Ministério do Fomento - Caminhos de Ferro do Estado. Portaria de 14 de Junho de 1912. Pubblicato il 18 giugno 1912.
^Os Caminhos de Ferro Portugueses 1856-2006, p. 62.
^O Descarrilamento do "Rápido" do Algarve, in Gazeta dos Caminhos de Ferro, vol. 67, n. 1605, 1º novembre 1954, pp. 305, 309.
^abVariante de Alcácer, su refer.pt, Rede Ferroviária Nacional, 19 dicembre 2010. URL consultato l'8 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2014).
(PT) Carminda Cavaco, O Algarve Oriental. As Vilas, O Campo e o Mar, vol. 2, Faro, Gabinete de Planeamento da Região do Algarve, 1976, p. 492.
(PT) Luís Filipe Rosa Santos, Os Acessos a Faro e aos Concelhos Limítrofes na Segunda Metade do Séc. XIX, Faro, Câmara Municipal de Faro, 1995, p. 213.
(PT) Os Caminhos de Ferro Portugueses 1856-2006, CP-Comboios de Portugal e Público-Comunicação Social S. A., 2006, p. 238, ISBN989-619-078-X.
(PT) João Paulo Martins, Madalena Brion, Miguel de Sousa, Maurício Levy, Óscar Amorim, O Caminho de Ferro Revisitado, O Caminho de Ferro em Portugal de 1856 a 1996, Caminhos de Ferro Portugueses, 1996, p. 446.