Favole al telefono è un libro dello scrittore italiano Gianni Rodari, pubblicato per la prima volta dalle edizioni Einaudi nel 1962.
Cornice narrativa
Le favole raccolte nascono «dallo scontro occasionale di due parole, da errori di ortografia, da giochi di parole…» (p. VI). Il protagonista è il ragionier Bianchi, un rappresentante di farmaci di Varese che viaggia costantemente in giro per l'Italia, tornando a casa dalla sua famiglia soltanto la domenica, e che ogni sera, alle nove in punto, ovunque si trovi, telefona a casa e racconta per telefono una storia alla figlioletta, che non riesce a dormire senza una favola della buonanotte. Le storie sono tutte piuttosto corte, in quanto il ragioniere non può permettersi di stare al telefono per molto tempo altrimenti spenderebbe troppo (a meno che non abbia concluso buoni affari durante la giornata), ma sono così belle che le centraliniste interrompono il loro lavoro per ascoltarle.
«… sfido: alcune sono proprio belline» (p. 1).
Elenco delle Favole al telefono
Il cacciatore sfortunato
Il palazzo di gelato
La passeggiata di un distratto
Il palazzo da rompere
La donnina che contava gli starnuti
Il Paese senza punta
Il paese con l'esse davanti
Gli uomini di burro
Alice Cascherina
La strada di cioccolato
A inventare i numeri
Brif, bruf, braf
A comprare la città di Stoccolma
A toccare il naso del re
La famosa pioggia di Piombino
La giostra di Cesenatico
Sulla spiaggia di Ostia
Il topo dei fumetti
Storia del regno di Mangionia
Alice casca in mare
La guerra delle campane
Una viola al Polo Nord
Il giovane gambero
I capelli del gigante
Il naso che scappa
La strada che non andava in nessun posto
Lo spaventapasseri
A giocare col bastone
Vecchi proverbi
L'Apollonia della marmellata
La vecchia zia Ada
Il sole e la nuvola
Il re che doveva morire
Il mago delle comete
Il pescatore di Cefalù
Il re Mida
Il semaforo blu
Il topo che mangiava i gatti
Abbasso il nove
Tonino l'invisibile
Tante domande
Il buon Gilberto
La parola piangere
La febbre mangina
La domenica mattina
A dormire, a svegliarsi
Giacomo di cristallo
Le scimmie in viaggio
Il signor Fallaninna
Uno e sette
L'uomo che rubava il Colosseo
Ascensore per le stelle
Il filobus numero 75
Il paese dei cani
La fuga di Pulcinella
Il muratore della Valtellina
La coperta del soldato
Il pozzo di Cascina Piana
Case e palazzi
Il maestro Garrone
Il pianeta della verità
Il marciapiede mobile
Cucina spaziale
La caramella istruttiva
Il pulcino cosmico
Processo al nipote
A sbagliare le storie
Promosso più due
L'omino di niente
Storia Universale
Trama di alcune favole
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Il palazzo di gelato
A Bologna, un giorno, viene costruito un palazzo interamente fatto di gelato, proprio nella Piazza Maggiore:
«Il tetto era di panna montata, il fumo dei comignoli di zucchero filato, i comignoli di frutta candita. Tutto il resto era di gelato: le porte di gelato, i muri di gelato, i mobili di gelato»
(pagina 7)
Tantissimi bambini arrivano anche da lontano per mangiare il gelato e ne fanno grandi scorpacciate, senza alcun effetto dannoso sulla loro salute in quanto, per ordine dei dottori, quel giorno nessuno può avere mal di pancia. Da allora, quando i bambini chiedono ai genitori un altro gelato, essi spesso rispondono: "Eh già, per te ce ne vorrebbe un palazzo intero, come quello di Bologna".
Il palazzo da rompere
A Busto Arsizio i genitori presentano una petizione al sindaco perché i bambini rompono praticamente tutto.
«rompevano i vetri giocando a palla, rompevano i piatti a tavola e i bicchieri al bar, e non rompevano i muri solo perché non avevano martelli a disposizione»
(pag. 11)
L'anziano ragionier Gamberoni, che ha molti nipoti e sa bene cosa significhi ciò, calcola il costo dei danni causati dai bambini e si rende conto che, spendendo solo la metà di tale cifra, si potrebbe costruire un grande palazzo ed obbligare i bambini a distruggerlo, per farli guarire, proponendo tale idea alla cittadinanza. Il palazzo viene costruito e all'inaugurazione i bambini, a cui viene consegnato un martello, incominciano la distruzione, facendo un gran fracasso. Dopo tre giorni i bimbi effettivamente smettono di rompere ciò che c'è all'interno del palazzo, non divertendosi più; il Comune decide quindi di consentire ai cittadini di fare quello che vogliono di ciò che resta del palazzo da rompere, quindi anche molte persone di alto livello sociale iniziano ad andare a sfogarsi a colpi di martellate.
Il ragionier Gamberoni calcola che la sua idea ha fatto risparmiare alla città due stramilioni e sette centimetri e per questo viene insignito di un premio al valor civile: una medaglia con un buco d'argento.
A inventare i numeri
Due personaggi decidono di inventare numeri e scoprono di poter inventare numeri straordinari, come lo stramilione, il millantone, il meravigliardo ed il meraviglione, delle tabelline, come tre per tre latte e caffè..., dei prezzi misurati in tirate d'orecchi e delle distanze misurate in chilometri nuovi, chilometriusati e cioccolatini, oppure di poter misurare il peso di una lacrima:
«Secondo: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.»
(pag. 27)
La strada che non andava in nessun posto
Fuori da un paese partono tre strade: una conduce al mare, l'altra porta verso la città e la terza è conosciuta perché, secondo quanto si dice in zona, non conduce in nessun posto. Un bambino di nome Martino, nonostante tutti gli dicano che è inutile prendere quella strada, è così ostinato al riguardo che inizia a venire soprannominato Martino Testadura e un giorno decide di percorrere fino in fondo la strada che non porta in nessun posto. Cammina e cammina, dopo moltissima strada e dopo aver percorso un grande bosco, incontra un cane, segno di civiltà umana, poi un cancello e infine un castello pieno di comignoli fumanti. Qui una meravigliosa signora si congratula con lui per non aver creduto alla bugia secondo cui quella strada non portava in nessun posto e gli consegna immensi tesori da riportare insieme al cane al suo paese.
La sera stessa, dopo aver saputo la notizia, in tanti si avventurano lungo la strada, ma giunti alla fine trovano solo un mare di spine, perché
«...certi tesori esistono soltanto per chi batte per primo una strada nuova»
(pag. 62)
Il sole e la nuvola
Il sole regala i suoi raggi in tutte le direzioni: all'acino d'uva, al filo d'erba, alla goccia d'acqua. Una nuvola di umore temporalesco si lamenta con lui, rinfacciandogli di "sciupare" i raggi elargiti, ma il sole non risponde e continua i suoi doni senza contarli. Al tramonto il sole, prima di scomparire nel mare, conta i suoi raggi e si rende conto di non averne sprecato neanche uno, mentre la nuvola si disperde poco dopo in grandine e scompare.
«Il sole si tuffò allegramente nel mare»
(pag. 73)
Edizioni
Gianni Rodari, Favole al telefono, Disegni di Bruno Munari, Collana Libri per ragazzi n.7, Torino, Einaudi, 1962, p. 142.
Gianni Rodari, Favole al telefono, illustrazioni di Bruno Munari, Collana Gli struzzi n.14, Torino, Einaudi, 1972, pp. XI-141.
Gianni Rodari, Favole al telefono, Collana Gli struzzi. Ragazzi n.9, Torino, Einaudi, 1981, pp. XII-141.
Gianni Rodari, Favole al telefono, Introduzione di Luigi Malerba, Collana Letture per la scuola media n.67, Torino, Einaudi, 1981, pp. XI-163.
Gianni Rodari, Favole al telefono, illustrazioni di Francesco Altan, Collana Storie e rime n.14, San Dorligo della Valle, Einaudi ragazzi, 1993, p. 217, ISBN88-7926-113-4.
Gianni Rodari, Favole al telefono, Collana Gli struzzi.Società n.14, Torino, Einaudi, 1994, p. 141, ISBN88-06-30718-5.
Gianni Rodari, Favole al telefono, a cura di Clementina Acerbi, Collana Nuove letture, Milano, Einaudi scuola, 1994, p. 181, ISBN88-286-0186-8.
Gianni Rodari, Favole al telefono, Milano, Mondolibri, 2000, p. 134.
Gianni Rodari, Favole al telefono, illustrazioni di Francesca Galmozzi, Collana I favolosi, Alba, Supplemento a Il giornalino, 2003, p. 201.
Gianni Rodari, Favole al telefono, in Gianni Rodari, I libri della fantasia, illustrazioni di Bruno Munari, San Dorligo della Valle, Einaudi ragazzi, 2009, p. 840, ISBN978-88-7926-790-8.
Gianni Rodari, Favole al telefono, illustrazioni di Bruno Munari, La biblioteca della fantasia 2, Milano, Il Sole 24 ore, 2012, p. 170.
Gianni Rodari, Favole al telefono, illustrazioni di Simona Mulazzani, Collana Storie e rime n.523, San Dorligo della Valle (Trieste), Einaudi ragazzi, 2013, p. 233, ISBN978-88-665-6122-4. - Collana Einaudi Ragazzi Gold, Einaudi Ragazzi, 2017, ISBN 978-88-665-6359-4.
Gianni Rodari, Favole al telefono, illustrazioni di Bruno Munari, Collezione Gianni Rodari n.1, Milano, Corriere della Sera - La Gazzetta dello Sport, 2015. - Collezione 100 Gianni Rodari n.1, Corriere della Sera - La Gazzetta dello Sport, 2020.
Edizioni parziali
Gianni Rodari, Il palazzo di gelato e altre otto favole al telefono, fotografie a colori di Alberto Munari, Collana Tantibambini n.5, Torino, Einaudi, 1972.
Gianni Rodari, Le più belle favole al telefono, a cura di Rosanna Alberti, illustrazioni di Gionata Ferrari, La bibliotechina, Milano, Einaudi scuola, 1995, p. 123, ISBN88-286-0265-1.
Gianni Rodari, Tre favole al telefono, contiene Il giovane gambero, Il cacciatore sfortunato, Una viola al Polo Nord, Trieste, Edizioni EL, 2013, p. 168.
Gianni Rodari, Il filobus numero 75, illustrazioni di Blanca Gómez, Un libro in tasca 158, Trieste, Edizioni EL, 2013, ISBN978-88-477-2994-0.
Gianni Rodari, Un palazzo di gelato. Una favola al telefono, Illustrazioni di A. Curti, Emme Edizioni, 2014, ISBN978-88-671-4229-3.