Nativo di Falconara Marittima, che gli ha dedicato lo stadio cittadino[1], si trasferì a vivere a Tunisi ove sposò Janette, appartenente alla locale comunità maltese, da cui ebbe il figlio Andrea.[1][2]
Alla guida del Club Africain adottò un sistema 4-2-4 modificato.[3] Sviluppò i talenti dei suoi giocatori anche con metodi poco ortodossi, ad esempio costringendo ad allenarsi con una pallina di plastica, come capitò all'attaccante Mohamed Salah Jedidi.[3]
Nell'ottobre 1957 viene assunto dai tunisini del Club Africain.[3] Roccheggiani trovò una squadra in difficoltà, formata da giocatori anziani: il tecnico italiano si impegnò quindi a ringiovanire la squadra, setacciando i campetti di periferia alla ricerca di giovani talenti.[3] Si impegnò ad organizzare le strutture giovanili del club ed allo sviluppo dei talenti locali. Il suo lavoro, destinato a dare i suoi frutti nel tempo, portò il club capitolino alla vittoria del campionato 1963-1964 e della coppa di Tunisia 1964-1965. Roccheggiani morì di malattia nell'aprile 1967 e nei mesi seguenti il Club Africain realizzò il suo primo double, aggiudicandosi sia la coppa che il campionato.[2] Al termine della vittoriosa finale di coppa contro l'Étoile du Sahel, i giocatori biancorossi portarono in trionfo il figlio settenne di Roccheggiani, Andrea, riconoscendo all'allenatore italiano il merito di questo successo.[2]