La Dogana d'acqua nel XIX secolo (riquadro in basso a destra)Il fabbricato nel 2018
La Dogana d'acqua era una barriera doganale posta lungo le Mura Leopoldine di Livorno, a delimitazione dell'area del porto franco, nel tratto compreso tra il Forte San Pietro e la Porta San Marco.
Gravemente danneggiata durante il secondo conflitto mondiale, i suoi resti sono stati in parte integrati in un nuovo edificio in acciaio e vetro.
Questo varco, progettato da Carlo Reishammer, fu posto lungo il Canale dei Navicelli, allo scopo di regolare e sorvegliare i traffici per via d'acqua tra Livorno e Pisa. Per questo, intorno alla dogana furono scavate due vaste darsene per la sosta delle imbarcazioni: una interna, di forma rettangolare, ed una esterna, di forma semicircolare.
Tuttavia, nel corso dell'Ottocento e nei primi decenni del Novecento, la darsena esterna fu quasi completamente interrata ed il fabbricato vero e proprio fu oggetto di alcune modifiche, così da migliorare la viabilità stradale: infatti, la parte tergale della dogana fu sventrata per permettere la realizzazione di una strada di collegamento col porto, mentre un tratto di mura adiacente alla costruzione fu interamente demolito.
A queste trasformazioni fecero seguito i devastanti bombardamenti dell'ultima guerra mondiale, che ridussero la Dogana d'acqua ad un cumulo di macerie.
Nel dopoguerra anche la darsena interna fu interrata ed i resti dell'edificio furono ulteriormente demoliti con la realizzazione di un magazzino industriale, ubicato sul ponte dove poggiava il fabbricato storico.
Al 2009 si resero noti i risultati di un concorso indetto dal Comune di Livorno per la riqualificazione dell'edificio storico (da destinarsi polo delle alte tecnologie per la logistica dell'Università di Pisa e della Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant'Anna) e del comparto urbanistico circostante; tra i vari progetti risultò vincitore il disegno[1] elaborato da un raggruppamento di professionisti composto dagli architetti Leonardo Germani, Stefania Franceschi, Stefano Micheli, Silvia Moretti e Samuele Sordi, che venne ammesso ai finanziamenti nell'ambito dei Piani Integrati di Sviluppo Urbano Sostenibile (PIUSS).[2]
Malgrado le indicazioni contenute nel progetto vincitore, successivamente il Comune di Livorno modificò radicalmente questa ipotesi progettuale, apportando variazioni all'architettura dell'edificio e limitando, almeno in una prima fase, l'intervento di sistemazione urbanistica alla parziale riapertura del lato est della darsena interna.[3]
Il 19 marzo 2013 è stata posata la prima pietra del cantiere di ricostruzione e riqualificazione dell'area della Dogana d'acqua e, in particolare, dell'edificio situato sul lato della caserma La Marmora. I lavori dell'edificio sul ponte della Dogana, invece, sono stati avviati nel 2014. Tuttavia, il progetto esecutivo, curato dallo studio Leonardo di Pisa, ha completamente rinnegato i precedenti: in particolare, le forme della vecchia Dogana sono state impresse in una sorta di teca vetrata costruita sul ponte a tre archi ottocentesco,[4] il cui risultato, all'atto pratico, ha però generato diverse critiche.[5]
Descrizione
Resti del fronte posteriore della Dogana d'acqua
Con la demolizione del suddetto magazzino, avvenuta negli ultimi anni del Novecento, dell'originaria costruzione restano solo il ponte a tre arcate ed i ruderi della parte posteriore, dove un tempo si effettuavano i controlli sulle merci trasportate dalle imbarcazioni.
Il corpo di fabbrica principale, scomparso a causa delle distruzioni belliche e sostituito con una teca in acciaio e vetro, era rivestito in pietra ed era alleggerito da ampie aperture a tutto sesto. Inoltre, così come in altre fabbriche progettate da Carlo Reishammer, alla muratura tradizionale erano uniti elementi in ghisa, con una scala a spirale posta all'interno dell'edificio ed una serie di delfini ornamentali collocati nell'arcata centrale del ponte.
Il lato occidentale della struttura è lambito da un viadotto stradale in calcestruzzo armato, mentre il resto della costruzione è sostanzialmente occupato da un incrocio stradale, che precede l'area oggetto di ricostruzione.
Sul canale dei Navicelli, la struttura è preceduta da una passerella metallica d'inizio Novecento, restaurata e riaperta al pubblico il 31 luglio 2013.[6]
^ www.professionearchitetto.it, Concorso della Dogana d'acqua, su professionearchitetto.it. URL consultato il 12-08-2011.
^ www.comune.livorno.it, Il progetto modificato, su comune.livorno.it. URL consultato il 18 agosto 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).