Il territorio si estende su 8.880 km² ed è suddiviso in 20 parrocchie raggruppate in 2 vicariati.
Storia
Già nel corso della prima metà del XVI secolo, dopo che i Paesi Bassi entrarono a far parte dei territori sottomessi al dominio dell'imperatore Carlo V, fu progettata una riorganizzazione ecclesiastica dei Paesi Bassi spagnoli, ma i progetti del 1525 e del 1551-52 non andarono in porto.
Solo con l'avvento del re Filippo II, si poté avviare la ridefinizione della geografia ecclesiastica dei possedimenti spagnoli. Una commissione apposita redasse un lungo rapporto, corredato da cartine geografiche, sull'opportunità di avviare un programma di fondazione di nuove diocesi che, nell'ambito della controriforma, favorisse un'intensificazione della vigilanza pastorale, nell'ottica di porre un freno alla corruzione e alla decadenza morale nel clero, ed insieme potesse limitare il progredire delle idee teologiche dei riformatori tedeschi e svizzeri.
Il 12 maggio 1559, con la bollaSuper universas, papa Paolo IV eresse 14 nuove diocesi, tra cui quella di Groninga, che, assieme alle quattro preesistenti, formavano tre nuove province ecclesiastiche, ossia Cambrai, Malines e Utrecht, di cui Groninga divenne suffraganea. La bolla prevedeva che i vescovi fossero nominati dal re, nomina che doveva essere seguita dall'istituzione canonica fatta dalla Santa Sede.
La bolla Super universas tuttavia non definiva i confini delle diocesi, non stabiliva il numero delle parrocchie e soprattutto non prevedeva i mezzi di sussistenza delle mense episcopali. Una commissione incaricata di studiare questi aspetti lavorò oltre due anni, e solo il 7 agosto 1561 fu pubblicata la bolla Regimini universalis ecclesiae di papa Pio IV, che dette finalmente una fisionomia territoriale alla diocesi di Groninga, che comprendeva all'incirca il territorio delle odierne province di Groninga e di Drenthe, più alcune località dell'Overijssel. Il territorio fu ricavato in larga parte dall'arcidiocesi di Utrecht, eccetto i territori dell'estremo nord, che erano appartenuti alle sedi di Osnabrück e di Münster.
Le province del nord-est dei Paesi Bassi tuttavia si opposero a questa organizzazione ecclesiastica, temendo che ciò rinforzasse l'influenza spagnola in quelle regioni, che solo qualche decennio prima erano diventate possedimenti spagnoli. Il vescovo Johan Knijf, ex superiore provinciale dei francescani dei Paesi Bassi, nominato l'8 agosto 1561, fu consacrato solo nel 1563; preferì sospendere per il momento la presa di possesso della sua diocesi, e decise di comportarsi come vescovo ausiliare dell'arcidiocesi di Utrecht per quelle regioni che fino a quel momento ne avevano fatto parte. Solo il 15 ottobre 1568 poté prendere possesso della diocesi e dare esecuzione alle bolle pontificie del 1559 e del 1561.
Nel mese di maggio 1569 Knijf riunì un sinodo diocesano, dove furono promulgati i decreti di riforma del concilio di Trento. Il vescovo cercò, senza grandi risultati, di riformare il clero, di imporre ovunque la liturgia romana, di visitare con una certa frequenza le parrocchie della sua diocesi; tentò anche di istituire un seminario nei locali dell'abbazia di Wittewierum, dove aveva posto la sua sede, ma senza riuscirvi.
Alla morte di Johan Knijf nel 1578 non fu più possibile stabilire un vescovo a Groninga, per l'opposizione delle autorità locali, e i due vescovi eletti, Jan van Bruhesen nel 1589 e Arnouldus Nijlen nel 1593, non presero mai possesso della diocesi, che fu di fatto soppressa quando Nijlen fu costretto a fuggire a Bruxelles nel 1594, anno in cui Groninga cadde in mano ai calvinisti.
Da questo momento il territorio della diocesi diventò terra di missione, affidata alla Missio Hollandica (Hollandse Zending). Solo dal 1610 il responsabile della missione, Sasbout Vosmeer, poté inviare periodicamente dei missionari in queste regioni, ma troppo pochi rispetto alle esigenze locali. Nel 1628 erano solo 5 i missionari, e solo Groninga aveva un prete residente. La popolazione cattolica, ancora sufficientemente numerosa a metà del XVII secolo, soprattutto nelle campagne, diminuì drasticamente per la mancanza di missionari. Solo alla fine del secolo Johannes van Neercassel poté organizzare delle stazioni missionarie fisse, suddivise in 4 distretti. Nei primi decenni del XVIII secolo queste stazioni missionarie entrarono a far parte dell'arcipresbiterato del Nord, con sede a Haarlem e con giurisdizione su tutte le antiche diocesi nel nord del Paese.
Ai tempi della restaurazione della gerarchia cattolica nei Paesi Bassi nel 1853 con il breve apostolicoEx qua die, eccetto alcune zone di frontiera, dove erano venuti a stabilirsi emigrati tedeschi di fede cattolica, il cattolicesimo era ridotto ai minimi termini. Nella provincia di Drenthe rarissime erano le località dove la proporzione dei cattolici oltrepassava l'1%. A Groninga, si calcola che i cattolici fossero il 16% della popolazione cittadina, ma nel resto della provincia la percentuale oscillava dallo 0,10 al 2%. Per questo motivo non fu restaurata l'antica diocesi, e il suo territorio fu annesso a quello dell'arcidiocesi di Utrecht.
Un secolo dopo fu decisa la restaurazione della diocesi, eretta il 16 luglio 1955 con la bolla Dioecesium immutationes di papa Pio XII. Il suo territorio, ricavato da quello dell'arcidiocesi di Utrecht, comprendeva, oltre al territorio dell'antica sede, anche quello della diocesi di Leeuwarden, eretta anch'essa nel 1559 e scomparsa con l'avvento del protestantesimo.
Il 4 maggio 1956, con la lettera apostolicaSi quocumque, lo stesso papa Pio XII proclamò San Bonifacio, vescovo e martire, santo patrono della diocesi. Il 15 agosto successivo con la bolla Groningensis Ecclesia istituì il capitolo della cattedrale.
Il 26 novembre 2005 ha assunto l'attuale denominazione in forza del decreto Multum conferre della Congregazione per i vescovi.
Cronotassi dei vescovi
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
(LA) Bolla Super universas, in Bullarum diplomatum et privilegiorum sanctorum Romanorum pontificum Taurinensis editio, Vol. VI, pp. 559–565
(LA) Bolla Regimini universalis ecclesiae, in Gisbert Brom, Antonius Hubertus Leonardus Hensen, Romeinsche bronnen voor den kerkelijk-staatkundigen toestand der Nederlanden in de 16de eeuw , 's-Gravenhage, 1922, pp. 99-105