Di questa antica sede bizantina sono noti diversi vescovi, quattro dei quali, Elpidio, Protimio,[5] Giovanni I[6] e Teodoro[7], presero parte ai concili ecumenici della loro epoca.[8] A questi si aggiungono: Pietro, che sottoscrisse nel 458 la lettera dei vescovi del Ponto Polemoniaco all'imperatore Leone in seguito all'uccisione del patriarcaProterio di Alessandria.[9]; Ormiza, che fu incaricato attorno al 460 di un'inchiesta nei confronti del sacerdote Lampezio, condannato da un sinodo celebrato da Alipio di Cesarea[10]; e Giovanni II, che sottoscrisse la lettera del metropolita Stiliano di Neocesarea contro il patriarca Fozio di Costantinopoli, indirizzata a papa Stefano V[11]. La sigillografia ha restituito il nome di un altro vescovo di Comana, Teodosio, vissuto tra X e XI secolo.[12]
«A Gumenek nel Ponto, nell'odierna Turchia, sant'Alessandro, detto il Carbonaio, vescovo, che, raggiunta per il tramite della filosofia una particolare consapevolezza dell'umiltà cristiana, fu poi elevato da san Gregorio Taumaturgo alla sede di questa Chiesa, dove rifulse non solo nella predicazione, ma anche per aver subito il martirio tra le fiamme.»
^Dialoghi sulla vita di san Giovanni Crisostomo, Patrologia Greca, XLVII, 38.
«A Gumenek nel Ponto, nell'odierna Turchia, san Basilisco, vescovo e martire.»
Il sinassario greco ricorda san Basilisco come un soldato romano, ma non come vescovo. Anche il Martirologio Romano, precedente la riforma del concilio Vaticano II, ometteva ogni riferimento al suo episcopato:
«Comanae, in Ponto, sancti Basilisci Martyris, qui, sub Maximiano Imperatore et Agrippa Praeside, ferreas calceatus crepidas, ignitis clavis confixas, multaque alia passus, demum, capite obtruncatus et in flumen projectus, martyrii gloriam consecutus est.»
^Gli editori degli Acta Conciliorum Oecumenicorum (Concilium universale Ephesenum, in Acta Conciliorum Oecumenicorum, ed. E. Schwartz e J. Straub, Berlino-Lipsia 1922-1929) hanno attribuito il vescovo Protimio, che prese parte al concilio di Efeso del 431, alla diocesi di Comana Pontica. Studi successivi, a partire dalle diverse lezioni riportate dai manoscritti (E. Honigmann, Patristic Studies, Città del Vaticano 1953, pp. 74-77), hanno corretto Comana in Conana, diocesi della Pisidia. Sylvain Destephen, Prosopographie chrétienne du Bas-Empire 3. Prosopographie du diocèse d'Asie (325-641), Paris 2008, p. 827.
^A questi vescovi Janin aggiunge anche il vescovo Teodoro I, che prese parte al concilio ecumenico del 553; lo stesso autore tuttavia assegna questo vescovo anche alla diocesi di Comana di Armenia (DHGE XIII, col. 354). Nell'edizione critica degli atti conciliari, la sottoscrizione di Teodoro è accompagnata dall'espressione «episcopus Comanensium civitatis secundae Armeniae provinciae», che non lascia dubbi a quale sede appartenesse il vescovo Teodoro. Concilium universale Constantinopolitanum sub Iustiniano habitum, edidit Johannes Straub, volumen primum, «Acta Conciliorum Oecumenicorum» vol. IV/1, Berolini 1891, p. 230, nº 144.
^Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, t. VII, col. 605.
^Ioannes, PmbZ nº 22826. Secondo Janin e gli editori della PmbZ, questo vescovo potrebbe anche appartenere alla sede omonima di Comana di Armenia.
^Gustave Léon Schlumberger, Sigillographie de l'empire byzantin, 1884, p. 293. Theodosios, PmbZ nº 27945. Secondo gli editori della PmbZ, questo vescovo potrebbe appartenere anche alla sede omonima di Comana di Armenia Vitalien Laurent invece, in base ad una lettura diversa del testo del sigillo, attribuisce il vescovo Teodosio alla diocesi di Conana in Pisidia (V. Laurent, Le corpus des sceaux de l'empire Byzantin, vol. V/1, Paris, 1963, nº 546)..