L'album di debutto dell'anno successivo, Milo Goes to College diede al gruppo quel suono caratteristico che li distinse dalla maggior parte dei gruppi hardcore, etichettato in seguito come powerpop, melodic hardcore o pop punk[3]. Gli argomenti delle canzoni erano sull'essere e voler essere rifiutati (I'm Not a Loser, I Wanna Be a Bear, Parents), ragazze (Hope, Myage, Marriage, Kabuki Girl) e sulla pesca (Catalina).
Poco dopo Milo Aukerman lascia la band per concentrarsi sugli studi al college[3], iniziando un percorso di studi che lo porterà fino al dottorato in biochimica, mentre Bill Stevenson fece parte come batterista del gruppo hardcore punk dei Black Flag. Il gruppo fu inattivo fino 1985[3][4], quando uscì l'album I Don't Want to Grow Up. La formazione del gruppo cambiò di molto durante la registrazione di questo album. Navetta e Lombardo lasciarono il gruppo, e furono sostituiti da Ray Cooper e Doug Carrion[1].
La formazione definitiva e ALL
Il loro album successivo Enjoy! uscì nel 1986 e proseguì l'esplorazione del pop punk da parte del gruppo[3]. Era un misto di canzoni stupide e senza senso[senza fonte] (Enjoy, Kids, Orgofart), e brani maturi ed emotivi come Get the Time e una cover di Wendy dei Beach Boys[1]. Dopo il successivo tour di Enjoy!, Ray Cooper ottenne un lavoro nell'allora emergente ambiente software e Doug Carrion lasciò il gruppo per nuovi progetti. Stevenson chiamò Karl Alvarez e Stephen Egerton dei Massacre Guys di Salt Lake City per rimpiazzarli, creando così la formazione definitiva dei Descendents.
Nel 1987 esce l'album ALL[3], che rappresenta la definitiva maturità del gruppo negli anni ottanta[3], con canzoni come Coolidge, Cameage e Clean Sheets. Questo sarebbe stato l'ultimo album del gruppo prima di una nuova interruzione di nove anni.
Milo lascia il gruppo dopo i tour ALL e FinALL del 1987[3] per diventare ricercatore a tempo pieno e i restanti componenti dei Descendents presero come cantante Dave Smalley[3][4] (poi rimpiazzato da Scott Reynolds e dopo da Chad Prince) e si chiamarono con il nome di ALL[3][4]. Durante questo periodo, la SST Records decide di pubblicare vario materiale della band, il primo disco che fa uscire è il live Liveage[1], seguito dalla ristampa di Bonus Fat e Milo goes to college,Two Things at Once. La band, non contenta del primo live, fece pressioni per pubblicare un live contenente tutto il repertorio significativo della band, così venne pubblicato Hallraker[1]. L'attività degli ALL continuò fino al 1996, anno in cui si riformarono i Descendents[1] con il ritorno di Milo Aukerman e venne registrato l'album Everything Sucks[3], seguito dall'omonimo tour[4]. Nell'album sono presenti canzoni scritte da Milo durante lo scioglimento del gruppo. Nel 1997 viene pubblicato Session, un best of e nel 2001 uno split live con gli ALL (che, comunque, condividono i tre quarti dei componenti con i Descendents). Il concerto è stato registrato e pubblicato col nome di Live Plus One.
Storia recente
Nel 2004 il gruppo ha fatto uscire l'EP 'Merican[1][4] e il loro nuovo album Cool to Be You[1][4]. Gli argomenti delle canzoni non sono solo i soliti temi cari ai Descendents, ma anche forti riferimenti politici ('Merican) e una visione più matura dei rapporti (Talking, Anchor Grill) e degli abbandoni (She Don't Care). L'album presenta il solito stile del gruppo, anche se il suono in molte canzoni appare più pulito rispetto a quello degli album precedenti.[senza fonte]
Il futuro dei Descendents appare incerto[4], in quanto i componenti del gruppo sono sparsi: Stevenson fa parte degli Only Crime e collabora con i Lemonheads insieme ad Alvarez[4], oltre a dirigere lo studio di registrazione Blasting Room mentre Egerton l'Armstrong Recording Studio a Tulsa[4].
^(EN) More Punk Subgenres: Pop punk, su punkmusic.about.com, About.com. URL consultato il 5 marzo 2010 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2014).
^abcdefghijklmn(EN) About, su descendentsonline.com. URL consultato il 7 novembre 2009 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2009).
^abcdefghijklm(EN) Descendents Profile, su punkmusic.about.com. URL consultato il 7 novembre 2009 (archiviato dall'url originale l'11 marzo 2009).