Dario Cagno (Torino, 11 agosto 1899 – Torino, 22 dicembre 1943) è stato un partigiano e anarchico italiano.
Fu tra i primi organizzatori della Resistenza a Torino.
Biografia
Di origini modeste a 14 anni si imbarca come panettiere su una nave mercantile e viaggia tra Europa e Stati uniti. Durante la prima guerra mondiale viene rimpatriato, tra il 1918 e il 1919 subisce condanne per reati contro la proprietà e per diserzione. Dopo aver espiato la condanna trova lavora alla Fiat di Torino, ma ben presto viene licenziato per il carattere ribelle e insofferente ad ogni disciplina. Emigra in Francia dove si arruola nella Legione straniera che abbandona dopo breve tempo.[1].
Nel 1925 entra in contatto con esponenti del fuoriuscitismo antifascista come Sandro Pertini e Alceste de Ambris e diventa un corriere clandestino per tenere i contatti tra i fuoriusciti e i militanti rimasti attivi in Italia. Prosegue questa attività fino al 1932 quando viene fermato a Ventimiglia perché sprovvisto di passaporto. Dato che la polizia ignora la sua attività clandestina viene condannato ad una lieve pena, scontata la quale tenta nuovamente, più volte e senza successo, l'espatrio clandestino fino a quando non riesce a portarsi nuovamente in Francia. Riprende l'attività di corriere, fermato più volte e sempre condannato a lievi pene in quanto ritenuto un delinquente comune viene infine sospettato di essere un emissario della Concentrazione antifascista tornato in patria per attuare un attentato contro il duce[1].
A questo punto, nel 1934, viene condannato a tre anni di confino e inviato a Ponza, dove si mette in luce per il carattere ribelle e la partecipazione a proteste collettive. per il suo comportamento subisce condanne e un prolungamento di altri cinque anni del periodo di confino. Dopo un periodo trascorso a Pantelleria nel 1942 viene amnistiato per il ventennale della Rivoluzione fascista. Rientra a Torino. Qui, dopo l'8 settembre 1943 è tra i primi organizzatori della Resistenza. Costituisce il primo GAP della città: La mattina del 25 ottobre, insieme al comunista Ateo Garemi giustizia in pieno centro il maggiore della miliziaDomenico Giardina[2]. I due vengono arrestati due giorni dopo a seguito di una delazione e, dopo un processo sommario dinanzi alla sezione torinese del Tribunale speciale, condannati a morte. La condanna viene eseguita all'alba del 22 dicembre 1943 mediante fucilazione[1].
Note
Bibliografia
- Dario Cagno, in Dizionario biografico degli anarchici italiani, Pisa, BFS, 2003. URL consultato il 9 aprile 2020.
- Pietro Secchia, Enzo Nizza (a cura di), Cagno, Dario, in Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza, Milano, La Pietra, 1971.
- Fabrizio Giulietti, Il movimenti anarchico italianonella lotta contro il fascismo 1927-1945, Manduria, Lacaita, 2003, ISBN 8888546200.
Collegamenti esterni