Ctesifonte è stata una delle principali città dell'antica Mesopotamia, capitale dell'Impero partico prima e sasanide poi. Si suppone che nel VI secolo sia stata la città più popolata al mondo.[1]
Ctesifonte (in lingua persianaتیسفون, Tīsifūn), in origine campo militare partico, venne fondata sulla riva sinistra del fiume Tigri intorno alla seconda metà del II secolo a.C., esattamente di fronte alla già esistente Seleucia, dall'imperatore Mitridate I di Partia della dinastia degli Arsacidi e scelta dai sovrani partici come residenza invernale, mentre la residenza estiva era la città di Ecbatana, nella regione persiana della Media, la cui data di fondazione è anteriore a quella di Ctesifonte. La sua collocazione corrisponde a quella dell'attuale località di Madāʾin, ad una trentina di chilometri dalla capitale dell'Iraq, Baghdad. Aveva un impianto urbanistico rotondo ed era chiamata "la città bianca"[2]. Fu, inoltre, la sede del patriarca (katholikòs) della chiesa nestoriana, ormai diffusa in Persia in opposizione alla chiesa di Bisanzio e quindi a capo di tutti i cristiani dell'Impero sasanide.
Per la sua posizione su una delle direttrici dell'antica Via della Seta, Ctesifonte fu teatro di battaglie anche in seguito alla caduta dell'Impero romano d'Occidente, venendo contesa tra l'Impero Bizantino e i Sasanidi. L'Imperatore romano d'oriente Eraclio, durante la guerra romano-sasanide, risparmiò la città da un assedio, sapendo che la conquista sarebbe stata inutile, poiché il vero fulcro del potere persiano era l'altopiano iranico.
Nell'attuale sito archeologico, numerosi sono i resti visibili e risalenti alle diverse epoche. Ricordiamo, tra questi, quelli del grande palazzo imperiale di Cosroe I (Tāq-i Kisrā).