Anticamente era uno ksar e importante centro nelle vie carovaniere, e ospitava ben 24 biblioteche. Con l'avanzata della desertificazione ha perso ogni importanza. Attualmente la città è divisa in due (vecchia e nuova) da un fiume di sabbia. Si raggiunge in fuoristrada partendo da Atar e seguendo piste nel deserto. Da qualche tempo si sono avviate iniziative, soprattutto su impulso dell'antropologo italiano Attilio Gaudio, per salvare il ricco patrimonio delle "biblioteche del deserto", tra cui quelle di Chinguetti, minacciate dall'avanzata delle sabbie.[1]
La stima ed il recupero delle opere di Chinguetti è iniziato nel 1949 dopo una visita e un inventario pubblicato dal mauritano Mokhtar Ould Hamidoun. Descrisse le opere in mano ai privati custodite in maniera pessima, lacerate e rose dalle termiti. In mezzo a questa desolante situazione trovò testi antichi e preziosi e manoscritti rari. Il testo più antico custodito nella città è di Ebi Hilal el-Askeri, un testo di teologia autografo del 480 dell'Egira. Descrisse due grandi gruppi fra i testi, quelli di genere mauro e di genere egiziano. La provenienza è da Egitto, Siria, forse Turchia e dal Maghreb, identificabili per un genere di scrittura comune dell'attuale Marocco, Algeria e Tunisia.
A Chinguetti, il 30 giugno del 1973, un'eclissi totale di sole fu osservata da una spedizione dell'Università del Texas, Austin, che provvide ad eseguire numerose foto delle stelle intorno alla corona solare per determinare la deflessione della luce prodotta dal campo gravitazionale del sole. Le misure furono effettuate sia in Texas che all'osservatorio reale di Greenwich e fornirono un'ulteriore conferma della deviazione gravitazionale della luce prevista da Einstein.[2][3]
Institut International d'Anthropologie, Les bibliothèques du désert. Recherches et études sur un millénaire d'écrits contributions réunies et présentées par Attilio Gaudio, Parigi, L'Harmattan, 2002 ISBN 2-7475-1800-0