La chiesa di Sant'Agostino con l'annesso convento dei frati dell'Ordine agostiniano, era un luogo di culto cattolico ubicato sulla strada denominata Dromo o «via dei Monasteri».[1]
Storia
Epoca bizantina
Gli Eremitani di Sant'Agostino si insediarono in Sicilia nel 439 abbandonando l'Africa ove imperversavano le persecuzioni dei Vandali. Nello specifico, un gruppo di eremiti si stabilì sulle alture occidentali di Messina, dimoranti sulla collina denominata «Scirpi».[2]
Epoca islamica
Le limitazioni prima e il bando di pratiche di culto cristiano in seguito, per mano delle continue ondate d'invasori saraceni a partire dall'827, costrinsero la comunità eremitica a procrastinare l'insediamento entro le mura cittadine.[2]
Dalla nascita del Regno di Sicilia al XIV Secolo
Il trasferimento nel nucleo cittadino è collocabile in epoca anteriore, secondo alcuni studiosi è verosimile che le strutture cittadine fossero già utilizzate alla stregua di grancia. Solo nel 1387 sono documentati la cessione ai religiosi dell'oratorio di San Cristoforo e di un palazzo ubicati vicino alla «via dei monasteri», quest'ultimo assegnato dalla contessa Pasca Romano Colonna.[2] La chiesa fu ricostruita sotto il titolo di Sant'Agostino e amministrata dagli Agostiniani conventuali.
Epoca Rinascimentale
Il 4 maggio 1593 un incendio distrusse il convento che fu ricostruito nel 1601.
Al potenziamento e all'ingrandimento della costruzione nel 1635 contribuì il Senato di Messina.[1]
Nel «Piano di Terranova» all'interno delle mura, gli Agostiniani edificarono la chiesa di San Giovanni Decollato subito destinata alla demolizione per la costruzione della Real Cittadella.[14]
Fondato prima del 1593 ad un miglio dalla città sulla «strada del Dromo», fungeva da grangia del convento di Sant'Agostino, che dava quanto necessario in natura e in denaro. Apparteneva agli Agostiniani conventuali.
Chiesa della Santissima Annunziata
La chiesa della Santissima Annunziata alla Zaera[16][17] sorgeva nella contrada detta «la Carrubbara»[18] contigua alla «Porta della Zaera» inserita nella nuova cinta muraria innalzata nel 1671, altresì nota come chiesa della Madonna di Dinnammari.[19] Corrispondente verosimilmente all'attuale chiesa di San Clemente, in via Porta Imperiale, sulla sponda nord del torrente Zaera.
Il convento era ubicato fuori le mura, nel quartiere detto della Zaera, appartenente al territorio parrocchiale della chiesa di Sant'Antonio. Con trattative già in corso nel 1611 e riprese nel 1614, con l'approvazione dell'arcivescovo Pedro Ruiz de Valdevexo, nel 1618 la chiesa fu concessa dalla confraternita omonima ed il convento dichiarato sede di noviziato e priorato.[21][18] Nello stesso anno erano documentati la chiesa con cinque altari, il convento con 22 celle e il chiostro. L'istituzione non possedeva altri immobili e la comunità insediata viveva di elemosine, di generi in natura questuati e di contributi elargiti dal Senato di Messina. Apparteneva alla Congregazione degli agostiniani scalzi.
Confraternita della Santissima Annunziata alla Zaera
Confraternita scioltasi nel 1650 dopo la cessione delle strutture ai religiosi dell'Ordine di Sant'Agostino.[18]
^Pagina 66, Giuseppe Martinez, "Icnografia e guida della città di Messina" [1]Archiviato il 30 ottobre 2018 in Internet Archive., Messina, Tipografia Ribera, 1882.