Un primo edificio religioso sembra essere stato costruito nella località di Sover già tra il VII e l'VIII secolo, quando i longobardi erano presenti sul territorio. A partire dal 1300 si iniziò ad ampliare questa primitiva costruzione e una prima fonte storica certa, la ecclesia de Sancto Laurentio a Sover, su pergamena, conservata negli archivi del duomo di Trento, la cita nel 1244.[1][2]
Nel XVI secolo si procedette ad un suo restauro con ampliamento, in stile gotico, si sistemò il cimitero accanto all'edificio e la chiesa ottenne la dignità di curazia. Nel secolo successivo venne concesso il fonte battesimale e il 16 giugno 1631 venne consacrata.
A partire dalla metà del XVIII secolo fu eretto il campanile, con orologio, e l'edificio venne ulteriormente ampliato. Si procedette poi con la decorazione esterna della facciata.
Un secolo dopo venne decorata la sacrestia, a stucco, ed i lavori proseguirono a lungo. Seguirono altri ampliamenti, e vennero costruite cappelle laterali dedicate alla Madonna del Carmine e a Sant'Antonio Abate.
L'edificio superò indenne la prima guerra mondiale ma fu danneggiato da un incendio nel 1921, che a Sover interessò anche sette abitazioni civili. In quell'occasione vennero distrutte le coperture di quasi tutto l'edificio e nel 1922 si procedette al necessario restauro.[1]
Attorno al 1969 è iniziato il lavoro di adeguamento liturgico in forma provvisoria. La nuova mensa rivolta al popolo è stata posta nel presbiterio e sulla destra, sotto l'arco santo, è stato fissato l'ambone è costituito da un leggio artistico in legno scolpito da Giacomo Morandini. L'altare maggiore storico viene mantenuto e la custodia eucaristica resta nel tabernacolo originale. La sede si trova nella parte presbiteriale di destra. L'altare maggiore ligneo è pregevole ed è stato scolpito da Giacomo Morandini da Cavalese.[1]
Descrizione
Esterni
La chiesa si trova al centro dell'abitato di Sover e mostra orientamento verso sud-est.
La facciata rispecchia la disposizione interna della sala con tre navate e si conclude con il frontone triangolare posto sul corpo centrale. Il portale di accesso è architravato e a sua volta ha un piccolo frontone. Sopra, in asse, si trova la grande finestra a lunetta che porta luce alla sala e nel timpano superiore la nicchia è centinata e con affresco. La torre campanaria si alza in posizione arretrata sulla sinistra, ha orologi su due facciate sovrastati dalla cella con aperture a monofora e si conclude col tamburo a base ottagonale con copertura a forma di campana. Sullo zoccolo della torre si trova la lapide, posta nel 1906, a ricordo dei capitani Antonio Lorenzo Sighel e Domenico Santuari e dello scontro che avvenne nel 1797 a Colbis contro le truppe di Napoleone.[1][2][3]
Sulla parete esterna dell'abside vi sono due meridiane; su una di queste è riportato il motto: OMBRA MUTA IO SON, MA PUR DICO IN MIA FAVELLA CHE L'ORA DELLA POLENTA È LA PIÙ BELLA[2].
Interni
Le navate interne sono tre ma solo la principale percorre la sala per tutta la sua lunghezza mentre le laterali vengono interrotte da cappelle. Il presbiterio è leggermente rialzato.[1][2]
Note
^abcdefChiesa di San Lorenzo <Sover>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 4 novembre 2021.