La chiesa fu costruita intorno al 1300 per onorare un voto dei cittadini lodigiani liberati dal dragoTarantasio, che secondo la leggenda infestava le acque del Lago Gerundo.[1]
La chiesa e il monastero vennero soppressi nel 1798[2] e trasformati rispettivamente in stalla e in caserma.[1][3]
A partire dal 1954 la chiesa venne restaurata su progetto dell'architetto Alessandro Degani e riconsacrata;[3][4][5] durante il restauro venne ricostruita – in stile moderno – la lanterna posta alla sommità del tiburio.[6]
La chiesa venne nuovamente profanata dopo pochi anni e ceduta in comodato al Comune come spazio espositivo. Nel 2018 tornò alla Diocesi, che progetta di ospitarvi il costituendo Museo d'arte sacra.[7]
Caratteristiche
La chiesa è posta sul lato nord di via Fanfulla e costituisce il fondale prospettico di via Callisto Piazza.
La facciata, rimasta incompiuta, venne restaurata nel 1960.[3]
Giovanni Agnelli, Dizionario storico geografico del Lodigiano, Lodi, Lodigraf, 1990 [Ripresa dell'edizione: Lodi, Tipografia editrice Della Pace, 1886], p. 154, ISBN88-7121-055-7.
Vittorio Bottini, Alessandro Caretta e Luigi Samarati, Lodi – Guida artistica illustrata, Lodi, Edizioni Lodigraf, 1979, pp. 64-65, ISBN non esistente, SBNIT\ICCU\MIL\0525383.
Testi di approfondimento
L. Giordano, Addenda per la storia di S. Cristoforo, in Archivio Storico Lodigiano, anno CX, Lodi, edito dalla Società Storica Lodigiana, 1991, pp. 113-120, ISSN 0004-0347 (WC · ACNP).
Ferruccio Pallavera (a cura di), Il Convento di San Cristoforo di Lodi, testi di Maria Emilia Moro et al., con un intervento di Silvana Garufi, Lodi, edito dalla Provincia di Lodi, 2004, SBNIT\ICCU\TO0\1575561.