Nel 1042, l'imperatore Michele V (regno 1041-1042) lo incaricò di sedare una rivolta a Costantinopoli. L'anno successivo sconfisse l'incursione dei Rus' contro la capitale imperiale e fu nominato vestes e arconte delle città danubiane[1]. Sotto l'imperatore Costantino IX Monomaco (1042-1055) ebbe una carriera di grande successo. Prestò servizio in Oriente come doux d'Iberia, divenne governatore di Ani dopo la sua annessione all'Impero bizantino nel 1045 e guidò le forze locali nei primi scontri con i turchi selgiuchidi[3]. Alla fine degli anni '40 del secolo XI, fu promosso a stratēlatēs d'Oriente e partecipò alla campagna contro i Peceneghi, come secondo del rhaiktor Niceforo, militarmente inesperto. Durante questa campagna fu gravemente ferito[1][4]. Verso il 1055 fu elevato a magistros e nominato alla prestigiosa e potente carica di doux di Antiochia[1][3].
Il successore dell'imperatore Costantino IX, Michele VI (r. 1056-1057), in generale diffidava dei generali di rilievo e li trattava male; rifiutò a Catacalo e a Isacco Comneno, entrambi già magistroi, la promozione al titolo di proedros, e alla fine licenziò Cecaumeno[5]. A sua volta, Cecaumeno sostenne attivamente la rivolta di Isacco Comneno nel 1057, e fu ricompensato con il titolo di curopalate[1].
Rappresentazione nelle fonti e attività letteraria
Sembra che Cecaumeno abbia scritto un'autobiografia, che è stata poi utilizzata come fonte primaria per gli eventi del 1042-1057 da Giovanni Scilitze nella sua storia. Pertanto, la narrazione di Scilitze descrive la sua carriera in modo molto dettagliato ed è altamente elogiativa del generale e dei suoi successi[1][6]. Catacalo Cecaumeno è stato anche proposto come autore del cosiddetto Strategikon di Cecaumeno, ma la sua identificazione con l'autore, noto solo come Cecaumeno è rifiutata dalla maggior parte degli studiosi moderni[7]. È anche ritratto nella serie drammatica turca "Alparslan: Büyük Selçuklu".
Note
^abcdefgODB, "Katakalon Kekaumenos" (C. M. Brand, A. Kazhdan), p. 1113.