Il castello di Bramafam, comunemente chiamato torre di Bramafam (in francese tour de Bramafam) e raramente castello dei Visconti di Aosta[1], si trova nella città di Aosta, all'angolo tra via Bramafam e viale Carducci, lungo la cinta muraria di epoca romana.
Architettura
È composto da un grande edificio parallelepipedo, un tempo adibito ad abitazione, e dall'adiacente torre cilindrica, la quale si innalzava sul bastione della "porta principale destra" (porta principalis dextera) della cinta muraria romana. In alcuni punti alla base della torre è ancora visibile il muro romano originale, mentre sul lato meridionale è ben leggibile la scarpata di epoca medievale. La torre è completata da una merlatura guelfa e presenta alcune strette feritoie.[2]
Il fabbricato principale esibisce una serie di finestre a bifora sul lato settentrionale, la cui fattura ricorda le bifore del castello di Ussel. L'edificio rivela la presenza di due accessi: dal lato occidentale, l'accesso principale si apre con una porta ad arco e un tempo era corredato da un ponte levatoio, mente dal lato orientale si apriva un secondo accesso.[2]
Particolarità del castello di Bramafam era la cisterna dell'acqua, addossata al lato sud dell'edificio principale e non interrata come negli altri castelli della Valle[2].
Torre e fabbricato sono entrambi ridotti in rovina da secoli.[2]
Il castello di Bramafam, secondo Bruno Orlandoni, porta chiari i segni di una tradizione di progettazione e tecnica architettonica che deriverebbe dallo stile gotico internazionale: in particolare, in epoca medievale egli riscontra un "proporzionamento di tipo aureo", ossia non l'uso vero e proprio della sezione aurea, ma piuttosto una proporzione di riferimento ad essa molto vicina. La mancanza di rilievi e di studi più approfonditi impedisce di valutarne appieno le implicazioni.[1]
Storia
I ruderi del castello attuale sono probabilmente databili intorno alla seconda metà del XIII secolo, ma la presenza di una torre in loco è precedente.[2]
In origine vi si trovava una torre la cui presenza è testimoniata in alcuni documenti del 1212 - 1214: era detta torre Beatrice (tour Béatrix), dal nome che assunse anche la porta principalis dextera allorché Beatrice di Ginevra volle convolare a nozze con Gotofredo I di Challant, nel 1223.[2][3]
Sede del viscontato di Aosta, il castello fu riadattato a castello in epoca medievale per volere della nobile famiglia degli Challant.
In mano agli Challant, che avevano il controllo su tutta la cinta sud-occidentale delle mura, il castello di Bramafam subì il saccheggio di Giacomo di Quart nel 1253. Nel 1295 venne ceduto da Ebalo I di Challant al conte di Savoia Amedeo V, in occasione della cessione del Viscontato e in cambio del feudo di Monjovet.
Tuttavia, alla famiglia Challant restò ancora qualche diritto sul castello di Bramafam, dato che nel XVIII secolo ne affittava le rovine.[2][4]
L'edificio cambiò molti proprietari nel corso dei secoli e fu spesso conteso tra le varie famiglie della zona.[5] Versò presto in stato di degrado, perdendo importanza politica e amministrativa: nel XVI secolo - quando la Cancelleria, le compravendite basate sulle Carte Augustane, la stipula di atti pubblici e privati passò definitivamente di mano dai Visconti ai notai - il castello di Bramafam era già in rovina.[5]
Leggende
Il termine Bramafam proviene dal patois valdostano "bramé la fam", e significa "gridare per la fame": varie spiegazioni sono state date dalla cultura popolare a questo nome.
Una leggenda narra che, per motivi dettati dalla gelosia, vi fu imprigionata e lasciata morire per fame la moglie di un membro della famiglia Challant[5]. Secondo un'altra ipotesi comune, a causa di una grave carestia o in varie occasioni di miseria la popolazione si sarebbe ammassata davanti alla torre (abitazione dei potenti) chiedendo cibo, dando così il nome alla torre[6].
Note
^ab Bruno Orlandoni, Architettura in Valle d'Aosta. Il Quattrocento. Gotico tardo e rinascimento nel secolo d'oro dell'arte valdostana 1420-1520, Ivrea, Priuli & Verlucca, 1996, pp. 77, 79, ISBN88-8068-028-5.
^Porta Principalis Dextera, su regione.vda.it, Regione Valle d'Aosta, 30 dicembre 2004. URL consultato l'8 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 20 agosto 2012).